Il tema dell’uso dell’Intelligenza Artificiale è sempre più prioritario tanto che il governo italiano studia nuovi approcci per evitare rischi nel mondo del lavoro.
Ne hanno parlato tutti, negli ultimi giorni, dal papa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oltre ovviamente alla premier Giorgia Meloni. Che l’Intelligenza Artificiale vada regolamentata è considerata ormai una priorità assoluta dato che il suo uso va a impattare sul modo stesso di concepire il lavoro del futuro.
Giorgia Meloni non ha nascosto la sua preoccupazione circa l’impatto che l’AI può avere nel determinare la perdita di posti di lavoro “di concetto” per gli esseri umani. Nella conferenza stampa di fine anno, che poi si è tenuta il quattro gennaio per suoi problemi di salute, non ha girato intorno all’argomento.
“Sono preoccupata dall’impatto a diversi livelli – ha sottolineato Meloni – in particolare su quello che riguarda il mondo del lavoro. Il progresso serve a ottimizzare le competenze umane ma in passato abbiamo conosciuto una sostituzione del lavoro fisico che ha consentito alle persone di concentrarsi su lavori di concetto. Oggi è l’intelletto che rischia di essere sostituito, quindi l’impatto riguarda anche lavori di alto profilo e dunque si rischia un impatto devastante”.
A pochi giorni dalle sue esternazioni Giuliano Amato ha lasciato la presidenza della Commissione algoritmi (Commissione AI per l’Informazione) e di conseguenza il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, ha sostenuto la necessità di andare avanti “con rinnovata determinazione nel lavoro intrapreso.
“Siamo consapevoli di quanto sia cruciale il settore dell’informazione e della necessità di indagare l’impatto dell’intelligenza artificiale su ogni suo aspetto – ha evidenziato Barachini – portando alla luce opportunità, rischi, delineando perimetri etici e possibili sinergie a tutela dell’occupazione e del diritto d’autore.
Alla fine è stato nominato padre Paolo Benanti, uno dei massimi esperti in materia che saprà dare il suo contributo al governo Meloni che ha individuato nell’intelligenza artificiale una delle priorità della Presidenza italiana del G7.
Dopo le dimissioni di Giuliano Amato, giunte dopo le parole giudicate ostili della premier Giorgia Meloni, Paolo Benanti è stato nominato dal Governo alla presidenza della Commissione sull’Intelligenza Artificiale per l’Informazione. La nomina è stata resa nota dal sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini.
Benanti è professore della Pontificia Università Gregoriana ed è l’unico italiano membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite. Di certo si tratta di una figura autorevole dato che è considerato uno degli maggiori esperti del settore a livello mondiale.
Classe 1973, Paolo Benanti è anche presbitero, teologo e consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica applicata alla tecnologia. Ordinato sacerdote nel 2009, ha conseguito un dottorato in teologia morale con una tesi dal titolo The Cyborg – Corpo e corporeità nell’epoca del postumano.
Ha studiato presso l’Istituto di Etica dell’Università di Georgetown e già nel 2017 era nella task force Intelligenza Artificiale dell’Agenzia per l’Italia Digitale istituita dal governo Monti. Nel 2018 è scelto dal ministero dello Sviluppo economico per elaborare la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale e le blockchain assieme ad altri esperti. A ottobre 2023 è stato nominato tra i 39 membri del New Artificial Intelligence Advisory Board delle Nazioni Unite.
Insieme agli altri esperti della commissione dovrà valutare le implicazioni della cosiddetta intelligenza artificiale usata nell’ambito del giornalismo e sull’editoria in generale. Di certo gli addetti ai lavori si attendono poi delle proposte su iniziative concrete atte a regolamentare l’impiego dell’AI ed evitare il rischio che l’intelligenza artificiale faccia perdere dei posti di lavoro, come gli esperti dicono.
Il tema è di certo di grande attualità e si attendono con molta trepidazione gli esiti del lavoro che sarà svolto dalla commissione soprattutto per quanto riguarda le eventuali strategie da mettere in pratica per gestire l’uso dei software di intelligenza artificiale in un settore così delicato come quello dell’informazione e dell’editoria.
Da ciò che è noto e che è stato spiegato da Barachini, la commissione deve occuparsi in particolar modo di due argomenti: “Da un lato, la difesa del diritto d’autore, sulla quale la Commissione AI per l’Informazione farà le proprie osservazioni, che potranno costituire, tenuto conto della legislazione vigente, la base di una proposta normativa“, ha chiarito il sottosegretario.
“Dall’altro – ha proseguito Barachini – la difesa dell’originalità del lavoro giornalistico e della responsabilità editoriale”. Nel dettaglio, questo secondo tema dovrebbe riguardare il contenuto di una riforma dell’Ordine dei giornalisti che è oggetto di discussione in parlamento.
Come possiamo apprendere dalle news in tempo reale su Notizie.com, il dato interessante da ricordare è che al lavoro sulla regolamentazione dell’AI c’è anche un altro comitato composto da 13 membri e nominato da Alessio Butti, sottosegretario della presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Innovazione, presieduto da Gianluigi Greco, direttore del dipartimento di Matematica e Informatica all’Università della Calabria, e di cui fa parte, tra l’altro, lo stesso padre Paolo Benanti.
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