Dopo molti studi che ne sottolineano i benefici, un professore ha usato uno dei videogiochi più famosi dell’anno per le sue lezioni.
I videogiochi sono stati considerati per molti anni una delle più grandi distrazioni dallo studio e dagli impegni delle persone. Si è parlato a lungo degli effetti negativi che queste innovazioni avevano sui livelli di concentrazione degli studenti e, di conseguenza, i potenziali benefici sono stati totalmente ignorati. Negli ultimi anni, invece, sempre più esperti sostengono che gli ambienti dell’insegnamento avrebbero molto da imparare dai game designer.
Uno degli effetti più interessanti dei videogiochi è che riescono a mantenere i ragazzi coinvolti in una stessa attività per molto tempo di seguito. Questo tipo di esperienze cattura i ragazzi e li spinge a continuare a provare, anche di fronte al fallimento. Esattamente quello che la scuola e i vari corsi di studio non riescono a fare. In molti hanno quindi cominciato ad interrogarsi su come applicare i principi positivi del game design alle lezioni quotidiane, con risultati decisamente sorprendenti.
Uno dei casi più interessanti ha visto protagonista uno dei grandi successi di quest’anno, “The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom“. L’ultimo capitolo della famosa saga fantasy ha introdotto diverse novità, tra cui una molto interessante: la possibilità di combinare gli oggetti tra loro per costruire diversi tipi di macchine. Un professore di ingegneria presso l’Università del Maryland, Ryan Sochol, ha visto in questa funzione un’opportunità di apprendimento.
Il professore ha infatti avviato un corso intitolato “The Legend of Zelda: A Link to Machine Design”, in cui gli studenti utilizzano il gioco per creare costruzioni innovative. A proposito dell’esperienza, ha dichiarato: “Ciò che è interessante è che ciascuno degli elementi presenti nel gioco (ruote, razzi, eliche, ecc.) utilizza l’energia in modo diverso. Di solito spendiamo migliaia di dollari all’anno per acquistare licenze di software sofisticati per modellare questo tipo di fisica. Ma con una Nintendo Switch e il videogioco, siamo in grado di riprodurre cose molto simili“.
L’esperimento del professore è supportato da diverse ricerche scientifiche. Seymour Papert, informatico e pedagogista statunitense, afferma che i creatori di videogiochi sanno fare qualcosa che i creatori di corsi di studio sembrano non capire. I ragazzi non amano la scuola perché è troppo difficile. D’altra parte, però, amano i videogiochi proprio perché sono difficili. La famosa game designer Jane McGonigal spiega che questo accade perché questi strumenti ci mettono in uno “stato perfetto tra la noia e l’essere sopraffatti“.
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