Da oggi sono a rischio multa di almeno 3000 euro milioni di persone che possiedono un dispositivo alimentato a legna. Ecco come evitarlo.
La scelta di non pagare il gas riscaldandosi con una stufa a legna è stata l’idea di tantissimi cittadini che però adesso devono sbrigarsi a mettersi in regola. I controlli sono già iniziati, e se non volete vedere svanire in un attimo il sogno di risparmiare, sbrigatevi a mettervi a posto con la legge tanto è semplicissimo. Solo che se non lo avete ancora fatto, siete già in ritardo e quindi potreste essere scoperti e multati anche oggi stesso.
Tensione tra milioni di consumatori ma per essere a norma basta registrare il dispositivo alimentato a legna sul portale Siert. È questo quello che ha stabilito la Regione Toscana con il regolamento regionale 222/2023. La procedura da fare è facilissima, e tutto si fa online: vi basterà solo avere le credenziali di identità digitale, e in pochi minuti avrete risolto. Ovviamente, è indispensabile avere un accesso a un pc o a un qualsiasi dispositivo mobile che vi dia la possibilità di navigare in rete. Ma non è tutto qua.
La Regione Toscana pare stia proprio percorrendo una strada che a molti pare controcorrente. Fino a qualche anno fa si è assistito alla diffusione su tutto il territorio di questo nuovo modo di riscaldarsi, facendolo passare non solo per più economico ma anche come meno dannoso per l’ambiente. Ma è davvero così? Vediamo di approfondire.
Caldaia a legna: la verità nascosta
In pochi lo sanno, ma le cose sono assai cambiate negli ultimi tempi grazie alle ricerche fatte in campo scientifico. Precisiamo innanzitutto che coloro che hanno come unica fonte di calore i camini o quelli che li hanno dismessi non devono fare alcuna registrazione sul sopra menzionato sito internet.
Questi cittadini dovranno solo fare un’autodichiarazione che potranno scaricare dal sito Siert della regione Toscana. È dal 1° ottobre scorso che il personale dell’Agenzia regionale per il recupero delle risorse è autorizzata a fare controlli di verifica che tali apparecchi siano stati registrati online.
Una scelta questa che ha visto la ferma opposizione dell’Assessora all’ambiente della Toscana Monia Monni. Sconvolgente sarebbe, infatti, quello che trapela dagli ultimi dati scientifici. La verità nascosta sarebbe che è stato commesso un gigantesco errore negli anni passati, in quanto dai dati delle ultime ricerche è emerso che a parità di energia prodotta una caldaia a pellet inquinerebbe almeno quanto 4200 caldaie.