La transizione green colpirà molti cittadini e imprese che non si adegueranno alle nuove normative, e tutti dovranno spendere molti soldi.
Se la vediamo in un’ottica filosofica, la decarbonizzazione e la lotta all’inquinamento sono molto nobili. Nel pratico, però, le cose sono un po’ più complicate. Anche perché a contrastare l’inquinamento sono i Governi ma a pagare le spese di questa “guerra” sono i cittadini, che dovranno sostituire una moltitudine di impianti e dispositivi.
Per quanto riguarda i condizionatori, dal 2027 saranno completamente banditi e non potranno più essere venduti. Parliamo di alcuni modelli specifici, ovvero quelli che funzionano con gli F-gas: questi gas sono notoriamente molto inquinanti e già dai primi anni 2000 si sta cercando di limitarne la diffusione.
La decisione concordata col Parlamento UE ha messo in allarme i cittadini italiani; secondo alcune stime, entro il 2027 si dovranno cambiare l’80% dei condizionatori che a livello civile e industriale sono sparsi nel nostro Paese.
Le limitazioni non saranno immediate ma scatteranno a scaglioni. Infatti il primo step è da raggiungere entro il 2026, quando gli F-gas dovranno essere usati pochissimo, non più del 15% rispetto a oggi.
Poi dal 2027 ci sarà lo stop definitivo ai gas fluorurati, quelli che alimentano i condizionatori e le pompe di calore di piccole dimensioni. L’eliminazione definitiva dovrebbe avvenire entro il 2032 e lo stop anche ai condizionatori industriali e pompe di calore più grandi sarà definitivo entro il 2035.
Chi in casa ha uno di questi tipi di condizionatore o pompa di calore non sarà obbligato a comprarne uno nuovo, ma ovviamente sarà difficile continuare a usarlo. Perché per prima cosa mancheranno i gas di ricambio e potrebbero mancare anche altre componenti. Dunque invece di una riparazione il cittadino dovrà fare un nuovo acquisto.
C’è chi però rassicura da questo punto di vista: sebbene la maggior parte dei condizionatori esistenti funzioni a f-gas esistono anche tanti modelli che possono andare anche coi gas nuovi e approvati. Almeno questo è ciò che afferma la UE.
Non sono ancora chiare, comunque, alcune intenzioni del Consiglio UE, che sembra pronto a “fare retromarcia” se il divieto di f-gas dovesse impedire la diffusione delle pompe di calore; un controsenso, dunque, che le società coinvolte non hanno tardato a sottolineare. Di fatto, il piano della UE di diventare completamente sostenibili è ben lungi dal poter essere realizzato in tempi brevi, per motivi economici ma anche pratici.
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