Apple si trova al centro di una questione estremamente complicata a causa dell’accusa mossa da una serie di donne.
I prodotti della Mela sono tra i più diffusi sul pianeta e vengono utilizzati quindi da moltissime persone ma c’è almeno un prodotto che non è piaciuto a tutti.
Si tratta degli accessori, che in realtà si sono spesso rivelati estremamente delicati, denominati AirTag. Quella sorta di medagliette con GPC integrato in grado di comunicare la posizione precisa al centimetro dell’oggetto cui sono collegati fisicamente, proprio come una medaglietta per cani digitale. Un oggetto che è stato una piccola rivoluzione per tanti che hanno così smesso di perdere borse, chiavi dell’auto e di casa, gli stessi prodotti digitali e in alcuni casi anche i figli con annessi zainetti.
Ma purtroppo la perfezione, al netto di una delicatezza intrinseca dell’oggetto, di rilevamento degli AirTag e la mancanza di alcun tipo di controllo su chi li compra (ma del resto quale questionario si potrebbe chiedere di riempire?) li ha trasformati in almeno trenta casi negli oggetti utilizzati da criminali per portare avanti i loro comportamenti illegali. Ed è per questo che adesso ci sono diverse donne che vogliono Apple sul banco degli imputati.
Donne fanno causa a Apple e ai suoi Air tag
La questione era iniziata nel 2022 con due donne che si erano rivolte a un avvocato perché a quanto pare a causa della tecnologia degli AirTag uomini malintenzionati avevano utilizzato proprio gli AirTag per rintracciarle e stalkerizzarle. Il problema è che, costando appena una trentina di dollari, si tratta di oggetti che possono essere acquistati e inseriti nelle auto o nelle borse in un attimo per poi seguire gli spostamenti della propria vittima dal cellulare.
E durante le fasi preliminari di questa class action contro Apple è emerso che in realtà ci sono almeno 36 denunce di persone che hanno deciso di partecipare. Da parte della società della Mela non ci sono al momento commenti a riguardo anche se, da quando sono stati messi in commercio la prima volta, gli AirTag sono stati sottoposti a diversi aggiornamenti per limitare proprio l’eventuale utilizzo fraudolento ma a quanto pare non è bastato e non sta bastando.
Per quello che riguarda l’azione legale la class action pretende che Apple si presenti davanti a una giuria il che, secondo ciò che prevede la legge americana, potrebbe trasformare la vicenda legale già spinosa in un momento difficile per la società: avere davanti una giuria fatta di persone sarebbe una situazione in cui i sentimenti umani rischiano di prevalere.
Di certo gli stalker e coloro i quali pensano che gli altri esseri umani, a prescindere dal loro genere, possono essere posseduti o tormentati se non si lasciano possedere possono fare a meno degli AirTag ma, ironia della sorte, proprio la perfezione nell’individuazione della posizione di questi accessori li rende forse fin troppo facili da usare e per questo pericolosi.