Esistono sconti, agevolazioni e riduzioni della Tari, quali sono le procedure per pagare meno la tassa sui rifiuti.
La Tari è la tassa, versata dai contribuenti, per le spese di gestione dei servizi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. Il pagamento è a carico di chiunque possegga, a qualsiasi titolo, degli immobili o delle aree scoperte che possono produrre scarti e spazzatura. Le tariffe sono decise dalla amministrazioni comunali sulla base di indicazioni legislative nazionali.
In questo periodo dell’anno si avvicina il momento del pagamento del saldo della Tari, che si versa infatti in due rate distinte. Molti contribuenti si chiedono quindi se è possibile ottenere degli sconti sulla cifra da pagare. In effetti sono presenti delle esenzioni per alcune specifiche categorie di cittadini e delle riduzioni concesse dai singoli Comuni.
Tari quali riduzioni è possibile avere
La tassa sui rifiuti si compone di due parti: una fissa determinata dal costo del servizio sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare e delle dimensioni del locale o dell’area scoperta; una variabile sulla base dei rifiuti prodotti. E proprio sulla parte variabile che è possibile calcolare e ottenere delle riduzioni.
A questo proposito, va sottolineato che i criteri generali di calcolo della tassazione sono decisi dalle amministrazioni locali che possono considerare maggiormente il numero dei membri della famiglia o i coefficienti di produzione dei rifiuti. Questa determina quindi oltre alla tariffe, le percentuali di riduzioni ottenibili.
Alcune riduzioni sono obbligatorie e sono concesse dal Comune in specifiche situazioni. Si applicano nelle zone dove il servizio di raccolta non è stato effettuato; nel caso di servizio interrotto o non svolto per un certo periodo, anche a causa di scioperi, con riduzione pari al 20 per cento; in caso di raccolta differenziata effettuata dai cittadini; in caso di cittadini non residenti titolari di pensione estere.
Altre sono riduzioni facoltative e sono a discrezione degli enti locali. Si hanno in caso di edifici rurali a uso abitativo; abitazioni con un solo residente; abitazioni con proprietari che vivono all’estero per più di 6 mesi all’anno; abitazioni abitate in maniera discontinua o stagionale; locali a uso non abitativo e aree scoperte usate stagionalmente o in maniera discontinua.
Tipico il caso della seconda casa, dove gli abitanti dimorano solo pochi mesi e non hanno la residenza. Il Comune in tal caso deve applicare delle riduzioni dell’imposta. Le riduzioni vanno richieste direttamente al Comune dove è ubicato l’immobile, l’abitazione o l’area scoperta, allegando alla richiesta tutta la documentazione necessaria ad attestare la legittimità della domanda.