Il grande imprenditore e visionario Elon Musk sta già accogliendo le prime cavie umane per i nuovi impianti al cervello. Ecco i requisiti.
Elon Musk è uno degli imprenditori e visionari più importanti del mondo, grazie alle sue numerose aziende che spaziano in vari settori della tecnologia e della comunicazione.
Infatti, il genio sudafricano e naturalizzato americano è il fondatore e amministratore delegato della più grande compagnia spaziale privata della Terra, la famosa SpaceX. E non solo: Musk è anche l’amministratore delegato di Tesla, il cofondatore di Neuralink e OpenAI, il fondatore di The Boring Company e il proprietario di X (ex Twitter).
Pertanto, uno dei suoi obiettivi più importanti è fornire alla NASA il mezzo con cui far atterrare il prossimo equipaggio sulla Luna e, successivamente, rendere l’essere umano una specie interplanetaria, cioè in grado di vivere su più pianeti.
Un altro grande obiettivo di Elon Musk è sviluppare interfacce neurali capaci di essere impiantate nel cervello umano, affinché si possa creare una mente ibrida: un incrocio tra mente umana e mente computerizzata. Per riuscirci l’imprenditore sudafricano ha co-fondato l’azienda Neuralink Corporation, la quale si occupa proprio di neurotecnologie. Quest’ultima è stata inaugurata pubblicamente nel 2017 e la sua sede si trova a Fremont, in California. Negli ultimi anni Neuralink ha lavorato per creare un dispositivo che fosse in grado di inserire nel cervello dei fili molto sottili e, soprattutto, ha condotto esperimenti sui cervelli dei topi per dimostrare la lettura di informazioni attraverso 1500 elettrodi, i quali dovrebbero essere 15 volte migliori degli attuali sistemi utilizzati per il cervello umano.
Recentemente, l’azienda californiana ha ottenuto l’approvazione dalla FDA per iniziare la sperimentazione umana, perciò in questo momento la Neuralink sta cercando volontari per cominciare a testare l’apparecchio sui cervelli di esseri umani. Per la precisione, l’obiettivo più importante è aiutare tutti coloro che hanno una paralisi, come ad esempio le persone che hanno una lesione verticale del midollo spinale o la SLA. Pertanto, la nuova tecnologia favorirebbe la comunicazione tra il cervello e il mondo esterno.
Per quanto riguarda la ricerca e l’installazione di questa interfaccia, gli esperti hanno suddiviso il tutto in tre parti: la prima consiste nel creare l’impianto N1, cioè l’interfaccia cervello-computer di Neuralink; la seconda è caratterizzata dal robot R1, il quale è un chirurgo robotizzato che ha il compito di impiantare il dispositivo nel cervello umano; la terza parte è formata dall’N1 User App, che è il software che si collega al dispositivo impiantato nel cervello, con lo scopo di tradurre i segnali cerebrali in azioni.
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