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Spotify come funziona: account premium, family e free

Come funziona Spotify e come si può utilizzare questo servizio di ascolto musicale in streaming, oltre che di download di canzoni da fruire poi offline sul proprio dispositivo senza limiti? In questo approfondimento scenderemo nello specifico di ogni aspetto di questa applicazione popolarissima per smartphone, tablet e computer che è diventata un po’ per antonomasia il contenitore audio per eccellenza. Quali sono le sue modalità d’uso e gli abbonamenti?

Nei paragrafi qui sotto capiremo prima di tutto come è nata Spotify con un po’ di storia curiosa su questo servizio. Passeremo poi alla descrizione di cosa offre con il racconto dei piani di abbonamento a pagamento e gratuiti, per terminare con un piccolo cappello sulle possibili alternative a Spotify, se si vuole qualcosa di più o di diverso rispetto a questa applicazione per Android, iOS e per computer di qualsiasi sistema operativo. Inoltre è possibile utilizzarlo anche su console come Playstation o Xbox (compresa anche Xbox One).

Che cos’è Spotify

Che cos’è Spotify? Proviamo a descriverlo molto brevemente per farlo capire a chi l’ha magari sempre sentito nominare ma non l’ha mai provato. È un servizio sottoforma di applicazione che si può installare gratuitamente su smartphone Android o iOS e su computer Mac o Windows. Ci si registra e da quel momento si potrà scegliere quale piano sottoscrivere, se quello gratuito con limitazioni o quello a pagamento praticamente senza limiti (vedi sotto). Il portale mette a disposizione una vasta selezione di brani on demand delle principali case discografiche, comprese quelle indipendenti. Con la versione a pagamento si può anche scaricare un brano per riprodurlo anche senza connessione alla rete all’interno dell’applicazione. Ecco, quali sono i piani?

Spotify Free: come funziona

Spotify Free è appunto la versione gratis che non richiede alcun pagamento, tuttavia limita la sua fruizione in alcuni dettagli fondamentali. Da smartphone si può infatti sì ascoltare una quantità illimitata di brani, ma si può scegliere soltanto il primo e poi verranno proposte canzoni dello stesso stile a random e si potrà “saltare” pochi brani ogni ora (sei, per la precisione). Inoltre, è previsto anche l’ascolto di alcune pubblicità (un po’ come se si stesse ascoltando la radio) e la qualità in ascolto sarà leggermente minore, 160 kbps di bitrate. Su computer, invece, è possibile scegliere quale canzone ascoltare per un uso effettivamente completo, ma d’altra parte si andrebbe in competizione con YouTube che non chiede alcun compenso per visualizzare (e ascoltare) i video musicali dunque il gioco non varrebbe la candela.

Spotify Premium: come funziona

Spotify Premium toglie le pubblicità e permette di scegliere i brani preferiti, creare e condividere playlist e, soprattutto, scaricare musica da Spotify in formato in alta qualità – con un bitrate fino a 320 kb/s – per l’accesso offline alla musica dall’app. Si può pagare con carte di credito/debito oppure con un account PayPal. Quanto costa? 9,99 euro al mese. Ci sono alcune possibili convenzioni: 4,99 euro al mese per gli studenti e 14,99 euro al mese per l’account Family con fino a cinque accessi. Va da sé che quest’ultima opportunità è molto ghiotta per chi vuole dividere il costo con amici, colleghi o anche sconosciuti visto che con 3 euro si avrà il servizio completo. Spotify ne è naturalmente a conoscenza e non si lamenta di certo.

Piccolo consiglio: al momento dell’iscrizione si può comunque utilizzare Spotify in modalità gratuita anche nella sua versione Premium per 30 giorni, dunque è più che ideale provare il servizio per un mese per capire se investire, o meno, i soldi.

Come usare Spotify

L’uso è molto intuitivo e pratico e varia in modo leggero a seconda che si stia utilizzando il programma dallo smartphone o tablet oppure dal computer, perché la grafica si adatta inevitabilmente alla fruizione standard oppure mobile.

Come usare Spotify da smartphone

Da smartphone viene messa in evidenza il menu Naviga non appena si apre l’app, per esplorare le novità migliori così come le classifiche di gradimento. In basso c’è la ricerca di canzoni così come l’accesso alla radio e alla (eventuale) libreria personale. Se fai tap su La tua libreria si può aprire Impostazioni e Notifica. Si può nascondere la propria navigazione nei brani andando su Impostazioni, Social e spostare la levetta su On. Per creare una playlist si preme sull’icona dei puntini vicino al titolo del brano e si sceglie l’opzione Aggiungi alla playlist dal menu che si apre, mentre per salvare i brani con l’abbonamento Premium si preme sul tasto Salva dai tre puntini.

Come usare Spotify da computer

Cambia poco o niente nell’uso di Spotify sul computer, l’unica differenza sostanziale è che con Spotify Free qui è sì possibile cercare i brani appunto dalla barra di ricerca inferiore. Naturalmente, come già anticipato, la visualizzazione è più estesa e non ottimizzata ai piccoli schermi.

Le migliori alternative a Spotify

E se non si volesse utilizzare Spotify ma si volesse privilegiare qualche alternativa degna di nota? Ne abbiamo selezionate alcune nella nostra guida approfondita sulle alternative a Spotify, le riassumiamo qui sotto:

  • Deezer: nato in Francia, si può utilizzare su Android, iOS anche su Smart TV registrandosi sul sito ufficiale. Ci sono abbonamenti Premium+ per accedere a brani di elevata qualità audio e la rimozione completa della pubblicità e c’è anche l’opzione Deezer Family per 6 profili Premium+ e per bambini.
  • MySpace: già, esiste ancora e consente anche di ascoltare un po’ di musica gratuita offerta dalle numerose band e dagli artisti che si sono iscritti sulla piattaforma e che mettono a disposizione le proprie opere indipendenti. Il viaggio parte da questa pagina.
  • SoundCloud: è uno dei servizi migliori perché dotato di migliaia e migliaia di brani da ascoltare in streaming oppure da scaricare gratuitamente sul proprio dispositivo in formato mp3. Ogni minuto vengono caricate 12 ore di tracce. Ci si logga da a partire da questa pagina gratis.
  • Just Hear It: è un’alternativa gratuita e che si basa su YouTube per mixare video e audio partendo dal motore di ricerca che poi è il sito stesso dalla homepage con oltre 16 milioni di tracce. tutte da scoprire.
  • Jamendo: è un’altra alternativa gratuita a Spotify che si basa su un ascolto di musica gratuita anche un po’ di nicchia. C’è anche il sito in italiano, ma di contenuti nella nostra lingua ce ne sono pochissimi.

Inoltre, sono presenti anche i servizi proprietari sia di Apple come iTunes sia Google ossia Google Play Music, entrambi a pagamento, senza dimenticare le radio online e i relativi aggregatori come Pandora. Scopri qual è il migliore nel nostro confronto Spotify vs Apple Music vs Pandora vs Xbox Music.

Breve storia di Spotify

Come inevitabile mini approfondimento finale, ripercorriamo la storia di Spotify che è nato nel 2006 in Svezia (a Stoccolma) dalla startup Spotify AB fondata da Daniel Ek e da Martin Lorentzon, rispettivamente già nell’ambiente essendo ex CTO di Stardoll e cofondatore di TradeDoubler. Attualmente, i quartieri generali della Spotify Ltd sono a Londra, mentre rimangono i laboratori di ricerca e sviluppo a Stoccolma.

Il debutto ufficiale è avvenuto il 7 ottobre 2008 con due opzioni una gratuita ad invito e una a pagamento libera, si ha l’accordo con buona parte delle case discografiche ma la perdita è di 4,4 milioni di dollari dopo il primo anno. Gli inviti gratuiti diventano pubblici nel 2009 partendo dall’UK, ma si è tornati alla modalità inviti poco dopo. Dopo qualche problema con gli hacker e con gli antivirus che lo vedevano come minaccia nel 2010 (ma ci sono stati episodi fino al 2016 di account rubati), si apre a Spotify Free con ascolto di 20 ore mensili. Ricevuto un bell’investimento esterno nel 2011, c’è stato il debutto americano con contratti importanti e il supporto alle radio. Cambiano vorticosamente le regole tra le varie utenze fino all’introduzione della modalità Shuffle di ascolto random gratuito nel 2013 e si arriva a oggi con gli abbonamenti che vi abbiamo raccontato.

Diego Barbera

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