X-37B alias lo Shuttle robotico misterioso della US Air Force sarà lanciato la prossima settimana con una missione ancora riservata. SpaceX ha programmato un nuovo viaggio, il quinto in totale (Orbital Test Vehicle – OTV-5), che lo spazioplano inizierà abbandonando il vettore Falcon 9 che lo spingerà fino alla giusta altitudine decollando dal Launch Pad 39A del Kennedy Space Center in Florida.
Il quinto volo di X-37B lo vedrà posizionarsi in un’orbita con una inclinazione equatoriale leggermente superiore rispetto alle precedenti missioni. Non è ancora chiaro per quanto rimarrà in orbita né precisamente cosa effettuerà.
Ricordiamo che l’ultima missione dello shuttle X-37B, che può essere pilotato da terra e che – inutile specificarlo – non trasporta personale umano a bordo, era durata ben 718 giorni ossia circa due anni fino al 7 maggio 2017.
La missione del 2012
GIUGNO 2012 – Il misterioso Shuttle X-37B, un velivolo spaziale automatizzato dell’aviazione militare americana Usaf, è atterrato dopo oltre un anno nel completo mistero: non si sa bene quali tecnologie includa (di sicuro sono avanzatissime), che diavolo abbia fatto in orbita e soprattutto quale sia l’obiettivo di una delle missioni spaziali più oscure degli ultimi anni.
Di sicuro, sappiamo solo che è partito il 5 marzo 2011 e che è atterrato alla base militare altrettanto top-secret di Vandenberg in California dopo 468 giorni, 13 ore e due minuti. E’ stato definito come il “più innovativo e tecnologicamente avanzato mezzo spaziale” dalla stessa USAF e già si sospetta che abbia recentemente spiato da vicino la nuova stazione spaziale cinese Tiangong-1 grazie a un’opportuna deviazione dell’orbita negli scorsi mesi, con alcuni passaggi tatticamente ravvicinati. Cosa nasconde e come si comporta questo fulgido esempio di tecnologia misteriosa?
La seconda missione
2011 – Era partita il 5 marzo 2011 la seconda missione di X-37B lo specialissimo mini-shuttle robotico e altamente hi tech messo a punto dall’aviazione militare americana Usaf. Anche in questo caso vige il massimo riserbo nei confronti di uno strumento di alta ingegneria, del quale si conoscono le dimensioni e qualche piccolo dettaglio tecnico ma niente più. Appare proprio come uno Shuttle in miniatura senza però finestrini visto che non deve accogliere personale umano ma solo strumentazioni, sensori, videocamere e chissà cos’altro. Il suo volo è automatizzato e c’è la possibilità di controllarlo da Terra.
CHE COS’È LO SHUTTLE ROBOTICO
Lo Shuttle robotico X-37B marchiato Usaf è lungo 9 metri e ha un’apertura alare modesta di 4,5 metri. Così come il cugino della Nasa (attualmente in orbita per il suo terzultimo viaggio), richiede un razzo per lasciare la Terra, poi può rientrare da solo al suolo. In questo caso è stato lanciato da un Atlas-V.
Volando alla velocità di 7,7 chilometri al secondo, può piazzarsi all’altitudine desiderata per utilizzare la strumentazione segreta, probabilmente anche come test per tecnologie ancora sperimentali. Piccola curiosità: per evitare lo stesso problema dell’atterraggio del primo X-37B, gli penumatici saranno gonfiati a ben 15 atmosfere. X-37B è rimasto in orbita un anno e tre mesi e tra le varie innovazioni ha testato la bontà dello scudo termico di nuova generazione che lo ha protetto durante il rientro dalle temperature superiori ai 1600 gradi causate dall’attrito con le fasce alte dell’atmosfera.