Il team di ricercatori di Stephen Hawking ha captato 15 segnali radio di natura misteriosa e di origine controversa che potrebbero essere emessi da una civiltà aliena lontana da noi la bellezza di 3 miliardi di anni luce. Una notizia che può generare un certo ottimismo, ma che al tempo stesso non può che contare due aspetti da non dimenticare.
Il primo è la grande distanza che potrebbe infatti tradursi nella possibilità che – se anche fosse di natura aliena – il segnale potrebbe essere stato generato da una civiltà non più esistente. Il secondo è un po’ più inquietante e si basa su un certo pessimismo di Hawking in merito a contatti con eventuali alieni.
I segnali sono stati annunciati nell’ambito del Breakthrough Listen Project che ha ricevuto 100 milioni di dollari dal business man russo Yuri Milner e che utilizza grandi osservatori per ricerche mirate su forme di vita extraterrestri sintonizzandosi su 10 miliardi di frequenze differenti su 100 galassie più vicine, muovendo qualcosa come 9 milioni di volontari.
I segnali misteriosi
I segnali misteriosi arrivano dal dal Green Bank Telescope della West Virginia e sono di tipo Fast radio bursts, di appena qualche millisecondo. Ci sono solamente 30 sorgenti note di questi segnali e finora una sola si è ripetuta, naturalmente non è la prova dell’esistenza di vita, ma può generare un certo interesse e approfondimento doveroso. Ma cosa potrebbero essere? Fonti di energia per muovere veicoli oppure stelle di neutroni.
La visione non ottimistica di Hawking
Stephen Hawking parlava degli alieni in termini non necessariamente così accoglienti già da anni: il celebre astrofisico aveva ad esempio affermato al Sunday Times ormai sette anni fa che ci fossero grandi probabilità che nell’universo si possano trovare forme di vita più o meno evolute, ma che sia meglio che non ci facciano visita altrimenti potremmo fare la fine degli indigeni raggiunti da Colombo.
Questo sifnifica che potremmo essere sfruttati e magari eliminati da una civiltà tecnologicamente superiore che potrebbe giungere sul nostro pianeta prendendone facilmente controllo. Altre teorie invece vanno verso una selezione darwiniana più estesa e pregna di ottimismo.
Stephen Hawking è il simbolo della grandezza della mente in netto contrasto ai limiti del corpo: costretto ormai da tempo sulla sedia a rotelle, il 68enne britannico ex docente di Harvard osserva come sia possibile che in giro per l’universo si sia sviluppata una forma di vita più o meno evoluta. Se mai qualche civiltà arriverà sulla Terra allora avrà tutti i mezzi per sottometterci. Ci sono però altre teorie contrastanti interessanti: se una civiltà raggiunge un livello tecnologico troppo alto e al suo interno presenta fazioni “cattive” si autodistruggerà, così afferma il radioastronomo Frank Drake, che quindi sposa la tesi della selezione naturale che elimina le mele marce.