Che Twitter sia in difficoltà non è certo una novità dei nostri giorni. Il social, da sempre, arranca e cerca di mantenersi a galla. Tutti gli sforzi compiuti fino a questo momento non sembrano però aver portato ai risultati sperati, anche se Twitter, al momento, resta al suo posto ed è comunque amato dai milioni di utenti che lo utilizzano tutti i giorni. Eppure Twitter non cresce, i dati societari deludono e il tonfo in Borsa non si fa attendere. Nessuno sembra essere intenzionato ad acquistarlo, la sede italiana di Milano è stata chiusa, i ricavi scendono… insomma, il presente e il futuro di Twitter sembrerebbero essere assai incerti.
E mentre social come Facebook o altri brand tech come Apple, Amazon o Google restano al comando, Twitter arranca e sembra proprio non riuscire a trovare la chiave di volta che consenta di svoltare (ci sia perdonato il gioco di parole). A poco sembrano essere serviti anche gli ultimi cambiamenti che Twitter ha apportato alla propria piattaforma social, per renderla sempre più appetibile agli utenti. Il social ha introdotto la funzione Moment (assai simile alle Stories di Instagram, anche se il meccanismo è diverso), una migliore gestione delle immagini, gli stickers, la possibilità di effettuare dirette, una grafica più accattivante e così via… e pur mostrando una certa vitalità online, dal punto di vista societario non sembra proprio passarsela bene.
Twitter: quando il problema è la monetizzazione
Il problema principale di Twitter sembra essere, per l’appunto, quello della monetizzazione del proprio potenziale. A fronte di una platea di utenti che stenta a crescere (e che anzi, sembra ormai piuttosto ferma) e di un introito pubblicitario che cala, Twitter mostra proprio nella monetizzazione il suo punto più debole ed estremamente fragile. Un grosso potenziale inespresso, insomma, che non sembra aver giovato neppure dell’endorsement fatto dal Presidente americano Donald Trump, che l’ha eletto sui social media preferito.