Non è il primo in ordine di tempo, ma uno dei più significativi eseguiti di recente: la Cina ha portato a termine la prima fase di un esperimento molto particolare, che porterà quattro studenti universitari volontari a chiudersi volontariamente per 200 giorni in isolamente con lo scopo di studiare le loro reazioni in una simulazione di viaggio spaziale.
Ci sono precedenti già portati a termine (non senza qualche difficoltà) ad esempio dalla Russia, che ha visto il primo tentativo finire in rissa e il secondo in modo positivo, la Cina dimostra di investire in modo consistente nel programma di esplorazione spaziale non soltanto per il test delle nuove tecnologie, ma anche a scopo di inevitabile propaganda. Scopriamone di più.
Uno dei lati più delicati delle missioni spaziali è senza dubbio quello psicologico degli astronauti: se le tecnologie, tecnicamente, per raggiungere destinazioni anche molto lontane come Marte già esistono, siamo ancora fermi sia per quanto riguarda il budget sia per gli enormi rischi che si andrebbero a correre con una missione umana. Quando si deciderà, tutto deve essere perfettamente sincronizzato.
L’esperimento cinese
E così, quattro studenti universitari hanno firmato per poter partecipare a questa sperimentazione quasi unica nel suo genere che testerà il riscontro psicologico alla condivisione di spazi ristretti per lunghissimi tempi e con risorse assai limitate. I quattro coraggiosi arrivano dall’Università della capitale Pechino e il nome dell’esperimento è Lunar Palace 365.
Durante il test, i quattro studenti dovranno procurarsi l’ossigeno che verrà prodotto attraverso un quantitativo ridotto di piante e saranno riciclati tutti i liquidi sia per il fabbisogno idrico dei vegetali sia degli umani. Probabilmente, tutto seguibile in qualche modo online. Magari con una sorta di diretta web? Vi terremo aggiornati.