Attività più dettagliate e informazioni più ricche sulle nuvole di polvere intorno ai buchi neri attivi, è questa l’ultima del telescopio volante NASA Sofia, che si trova a bordo di un Boeing 747 opportunamente modificato per trasportare a bordo il pesante e sofisticato macchinario che osserva il cielo evitando il 99 per cento del vapore che si trova sul suolo, per osservare lo spazio all’infrarosso. Ebbene, i buchi neri sono ancora un grande interrogativo per la comunità scientifica perché i loro comportamenti non sono ancora chiari al 100%.
Quelli supermassicci, dalla massa pari a centinaia di migliaia di volte quella delle stelle, che si trovano più frequentemente al centro delle galassie più estese sono al centro delle “paparazzate” di SOFIA, per cercare di saperne di più. Scopriamo da più vicino le implicazioni dello Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy alias SOFIA, questo progetto in collaborazione tra la NASA e la German Aerospace Center (DLR).
Le ultime scoperte di SOFIA
SOFIA ha assistito e documentato alla scoperta di polveri che circondano giganteschi buchi neri attivi osservando la loro natura più compatta di quanto si pensasse in passato. I buchi neri più grandi – molto più di quello ad esempio al centro della nostra Via Lattea – fagocitano grandi quantità di materiale ed emettono immense quantità di energia. Grazie agli strumenti a bordo, ne sono stati osservati 11, distribuiti a distanze superiori anche a 100 milioni di anni luce, determinando dimensione, opacità e distribuzione delle polveri. Tutto è stato poi raccontato con la pubblicazione presso la Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Cos’è Sofia
Si chiama SOFIA e viene soprannominato il telescopio volante della NASA. Sembra un normale Boeing 747 con logo NASA e una porzione traforata ma in realtà nasconde un progetto nato in collaborazione con l’Europa. Lo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy – questo l’acronimo del progetto – è finalmente decollato dopo venti anni di ricerca e sviluppo, nello scorso 2008 e dopo 500 milioni di dollari spesi nella progettazione. Si tratta di un Boeing 747 opportunamente modificato per ospitare un telescopio di grandi dimensioni, da 2.5 metri di diametro. La sofisticata tecnologia a bordo è fatta in modo di andare a correggere anche le vibrazioni in volo, risultando ad ogni modo sempre più economicamente sostenibile di Hubble, che infatti è costato cinque volte tanto. Di certo le immagini non raggiungeranno mai la definizione di quanto messo in pratica da Hubble, ma d’altra parte non si era mai nemmeno pensato di “competere” visto che Sofia si muoverà soprattutto nello spettro infrarosso.