Apple Pay su iPhone da ora funziona anche in Italia, ma ci sono alcune curiosità che arrivano dal suo debutto americano, risalente a circa tre anni fa. I primi due modelli a supportarlo, infatti, ossia iPhone 6 e il fratellone iPhone 6 Plus nascondevano due segreti, se così si possono chiamare, riguardanti la tecnologia NFC legata al pagamento senza contatto. Gli smartphone di Cupertino consentono infatti di sostituirsi alle carte di credito per effettuare transazioni in negozi reali o virtuali nella massima sicurezza e immediatezza (da noi Apple Pay con Unicredit rende possibile il tutto). Tutto molto intrigante e interessante, ma è lecito chiedersi: quanto e cosa ci guadagna Apple da questo servizio gentilmente offerto agli utenti? E, seconda domanda, il chip Near Field Communication è aperto all’uso anche con applicazioni di terze parti? Cerchiamo di risolvere questi dubbi con le ultime informazioni giunte.
Apple Pay: le trattenute di Apple
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La domanda che sorge ovvia quando si sente parlare di Apple Pay, il sistema di pagamento di Cupertino, è: loro cosa ci guadagnano? È infatti non solo impensabile ma addirittura impossibile che una società come la mela morsicata offra un servizio “a gratis” e infatti è emerso che su ogni transazione comporterà una trattenuta dello 0.15 per cento. Una fettina di torta non così trascurabile se si conta che negli USA l’accordo è stato firmato originariamente con 11 gruppi finanziari tra cui Visa, Mastercard e American Express oltre che con esercizi commerciali come Subway o la stessa McDonald’s per una copertura dell’83% del mercato e per un giro d’affari di 12 miliardi di dollari. Potrebbe essere davvero la nuova gallina dalle uova d’oro per Apple, che consentirebbe anche di dare un bello scrollone a un settore già esistente da tempo, ma ancora un po’ “dormiente”.
Apple Pay, sicurezza
E ora la seconda questione, quella legata alla tecnologia NFC ossia Near Field Communication: il chip sarà infatti una prerogativa del sistema di pagamento e non potrà essere usata in altro modo. Per ora. In buona sostanza si pensava che il componente potesse essere sfruttato come negli altri smartphone come sistema per diverse funzionalità molto comode e immediate, ma per il momento sarà unicamente utilizzato per i pagamenti sicuri e veloci tramite Apple Pay. Questo non significa però che iPhone non potrà mai “aprire” l’NFC ad altri usi visto che prima o poi potrebbe invece debuttare l’SDK per sviluppatori con accesso finalmente a questa tecnologia. Così come succeso per altro a Touch ID ossia il sensore delle impronte digitali. Ma a cosa servirebbe l’NFC? Si potrebbe usare in combinazione con le etichette/tag per attivare/disattivare funzioni e opzioni istantanee; sincronizzare con accessori (cuffie, speaker…) immediatamente e – non per ultimo – trasformare lo smartphone in “altro” come chiavi per albergo, ad esempio.
Apple Pay in Italia
Apple Pay in Italia è compatibile con i circuiti Visa e Mastercard con carte erogate da Unicredit, Carrefour Bank e Boon, in seguito verranno supportate anche Mediolanum, American Express, Carta BCC, ExprendiaSmart, Fineco, Hype, N26 e Widiba. I supermercati e centri vendita che supporteranno questo tipo di pagamento: Auchan, Simply Market, Esselunga, Carrefour, Lidl, Eurospin, Old Wild West, Autogrill, La Rinascente, OVS, H&M, Leroy Merlin, Eataly, Sephora, Limoni, La Gardenia, Banzai/ePrice, Mondadori, Apple Store, Media World, Unieuro. Invece, le app e i siti già compatibili sono Unieuro, ParkAppy, EniPay, Deliveroo, easyJet, Musement, Gliglio, Stockisti, Saldi Privati, Trainline e Booking.com.
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