Le truffe telefoniche sembrano un paradosso in quest’era dominata dalle truffe online, eppure sono più fiorenti che mai. Oggi andremo a creare un episodio tipico segnalatoci da un lettore, che può essere uno spunto interessante per questo piccolo approfondimento. Come comprendere che “l’operatore” che ci ha chiamato è fasullo così come la sua volontà di aiutarci? Premettiamo che ci possono essere truffe telefoniche con Tim così come con Vodafone, ma anche Wind e Tre, senza dimenticare fornitori di servizi come truffe telefoniche con Enel o Eni. I criminali hanno la bocca buona, non si fanno grossi problemi e spaziano in molti ambiti. Personalmente, ogni volta credo nella buona fede di chiama per i primi dieci secondi, tempo di percepire alcune contraddizioni lampanti, ma sono tantissime le persone che loro malgrado ci cascano, per inesperienza, troppa ingenuità nonché per l’abilità di questi truffatori, che puntano soprattutto alle prede più “mature” e dunque meno a loro agio in termini di Internet, soglie, connessioni e numeri speciali. E voi, siete stati vittima di tentativi di truffa telefonica? Raccontatecelo nei commenti.
La cronaca del nostro lettore: «Ero a casa della mia ragazza, la madre mi chiama dicendomi che c’è un operatore di Telecom Italia che parla di malfunzionamenti di linea. Rispondo e non appena pronuncio “pronto”, l’interlocutore mi passa un suo collega. Parte una musichetta d’attesa in linea, ma qualcosa appare strano: primo, la musichetta sembra arrivare da un riproduttore più che dal telefono; secondo, è una normale canzone e non il classico spot musicale con promozioni e quant’altro che normalmente si ascolta in questi casi. È il primo indizio che fa storcere il naso. Finalmente prende la linea un secondo individuo, tale Luigi di Telecom Italia». Ma in generale i tentativi di truffa possono prendere come esca anche altri operatori e provider come Fastweb, Infostrada, Vodafone, ecc..
I truffatori telefonici sono molto abili perché puntano su tre fondamentali. Il primo è la velocità: parlano a tutta birra, infarcendo il discorso di termini volutamente “tecnici” spesso errati e di “minacce”. Ecco il secondo fondamentale, scatenare il panico, nel caso del lettore «Si è affermato che, per via della nuova regolamentazione sulla trasparenza dei costi telefonici, l’utenza di casa aveva raggiunto già un costo mensile superiore ai 500 euro, “Anzi, siamo già quasi a 600 euro”». Numeri pesanti, che farebbero sussultare chiunque. La base di questa affermazione è vera, c’è questo servizio, così vengono chieste spiegazioni, a cosa è dovuto questo costo esorbitante? Ed ecco il terzo fondamentale: quando gli si pongono domande, questi evadono, cercando di sviare abilmente, giocando sui primi due ossia parlando a mitraglia e ribadendo i pericoli. In buona sostanza, si pongono nella posizione di chi sta aiutando e di chi ha poco tempo per agire.
È bene fare un piccolo passo indietro: «Una volta terminata la chiamata, la madre della mia ragazza mi ha rivelato che non appena aveva risposto, la prima domanda è stata “Abbiamo notato un malfunzionamento della linea, vi risulta?“. A seguito di una risposta negativa, “No, funziona bene“, è partito il secondo assalto, “Ci sono dei problemi col vostro conto telefonico, è arrivato già a 600 euro“, da li in poi alla cornetta sono passato io». Sono questi, solitamente, i due argomenti “d’acchiappo” ossia o il malfunzionamento oppure la bolletta esosa in arrivo. Ma torniamo alla cronaca.
«Nonostante Luigi cercasse in tutti i modi di non lasciarmi parlare e soprattutto di fare domande – spiega il lettore – riesco a chiedergli una volta per tutte: “A cosa è dovuto il costo così alto già raggiunto?“. E arriva la chicca: a connessioni a siti per adulti e a chiamate verso gli stessi servizi. Luigi racconta che è arrivata una fattura a Telecom Italia da siti per adulti che avrebbero ricevuto chiamate e connessioni dall’utenza. Osservo: “Ma nei siti a pagamento, solitamente si deve pagare con carta di credito per accedere a contenuti aggiuntivi e inoltre sono passati almeno 10 anni dalle truffe dei modem telefonici che si connettevano a pagamento“. Luigi, a questo punto, perde la pazienza e inizia le contraddizioni. In un primo momento afferma che sono le chiamate verso numeri a luci rosse ad aver generato il traffico, poi invece no, non è così, sono solo connessioni. “E come è possibile, nella pratica, mi spiega?“, gli chiedo».
La seconda chicca: Luigi spiega che “Basta passare il cursore anche solo su un’immagine, per sbaglio e si paga, funziona così, non importa se si aprono siti o altro, basta passare il mouse“. Ovviamente se si informa che questa procedura e che in generale tutto il discorso sembra ridicolo, così parte la mossa finale di Luigi che avendo appurato che non c’è trippa per gatti, cerca la fuga veloce: “Senta, mi ascolti, se lei conferma che non ha visitato questi siti e non ha effettuato queste chiamate, io annullo la fattura e non le addebito niente“. Gli si risponde che non si è il titolare della linea e che dunque non si può rispondere per altre persone. Il lettore: «Segue una breve discussione – chiedo anche da dove stanno chiamando e lui risponde “Dalla centrale di Milano”, ma l’accento suo e del collega racconta altro – e alla fine il buon Luigi si sconfessa ancora “Visto che non avete effettuato chiamate verso questa azienda, allora si tratta di una fattura fasulla, vi annulliamo tutto, è tutto sistemato“, dimenticandosi che prima aveva ripetuto più volte che si era chiamato questo fantasmagorico numero di un servizio per adulti».
Non appena si mette giù la cornetta è meglio chiamare il 187 ossia il centro assistenza di Telecom Italia, farsi passare un operatore e segnalare il tentativo di truffa. Facilmente non saranno rintracciati, ma è il minimo che si può fare. Di sicuro una buona fetta di voi lettori non cascherà nei tranelli di una chiamata simile, ma la maggior parte delle persone non è così aggiornato su questo settore e non è pratico di determinate conoscenze e terminologie. Per questo motivo queste truffe possono garantire ancora decine e decine di vittime ogni giorno. Il suggerimento è sempre il solito: massima prudenza e buon senso, soprattutto mai dare informazioni come numeri di fatturazione, anagrafici o peggio ancora credenziali di accesso a conti o carte di credito. Mai nessun operatore di nessuna compagnia seria li chiederebbe, per telefono. Infine, ultimo ma non per importanza, qualsiasi chiamata si riceva, anche quelle da fonti ufficiali, non risparmiare mai domande e richieste di chiarimento. Sono queste le uniche armi per evitare di combinare disastri poi complicati da riparare.
E voi, avete ricevuto telefonate simili? Fateci sapere.
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