Ara, lo smartphone modulare promosso da Google, potrebbe finalmente vedere la luce nel 2017: il modello che si potrà comporre e personalizzare con moduli aggiuntivi ad aggancio magnetico, potrebbe essere consegnato agli sviluppatori nell’ultimo quarto commerciale dell’anno e poi uscire sui mercati nel quarto successivo. Sembrano dunque pronti i tempi per questo cellulare intelligente che stava anche un po’ cadendo nel dimenticatoio, ma che è stato riportato in vita dal recente Google I/O 2016 con la sessione di presentazione della divisione Google ATAP ossia Advanced Technology and Projects. La chicca? Durante lo speech, è stato mostrato un prototipo e il responsabile ha affermato “Espelli il modulo fotografico” e questo è stato “sputato” fuori in autonomia.
Il Project Ara potrebbe dunque terminare la sua lunghissima vita embrionale in meno di mezzo anno, sembra che ci siano già diversi partner commerciali per la produzione dei componenti e sarà piuttosto varia la customizzazione per i possessori del fututo device. La storia di questo progetto nasce a giugno 2014, quando ATAP – divisione ancora di Motorola – aveva presentato Spiral I, il primo smartphone modulare sotto forma di concept di Ara Project. Furono in molti ad essere delusi dal device che, anziché avere la classica estetica da smartphone, sembrava essere un insieme di componenti raggruppati alla buona con un look che lasciava a desiderare e con moduli di plastica da cui fuoriuscivano pulsanti dappertutto. Un device piuttosto anti estetico, per esprimerci in parole povere.
Ma dopo la presentazione estiva del primo prototipo, ecco che viene introdotto Spiral 2, il nuovo prototipo, che compare in un filmato mettendo in mostra uno smartphone modulare di Google del tutto diverso rispetto a quanto abbiamo avuto modo di vedere. Il protagonista del video, oltre al device, è Dave Hakkens, creatore di Phoneblocks che aveva presentato un concetto simile a Google, il quale ha la possibilità di toccare in prima persona la seconda fase di prototipo di smartphone modulare secondo Google.
I passi in avanti rispetto a Spiral I c’erano stati e questo era evidente ma si doveva riconoscere una volta ancora che in termini di design non siamo ancora a livelli eccelsi, sebbene quella volta il look da smartphone ci fosse tutto per fortuna. A giudicare dal filmato, il sistema operativo di Ara Project sembrava essere Android Jelly Bean.
Sebbene fosse trascorso più di un anno da quando Google aveva esposto la sua idea di uno smartphone aggiornabile con parti intercambiabili, era chiaro che i prototipi odierni fossero ancora lontani anni luce dal design degli smartphone più top di gamma che troviamo oggi nei negozi. Oltre ad un fattore prettamente estetico, i concept di smartphone modulari erano anche poco funzionali. Questo era da attribuire al fatto che questa tipologia di telefonino deve avere uno shceletro base sul quale poi inserire i vari componenti.