Tanta solidarietà (ovviamente non fine a se stessa) per Apple nel caso che vede Cupertino chiudere le porte alle richieste dell’FBI in merito all’assistenza tecnica per rilevare informazioni utili da uno degli iPhone degli attentatori della sparatoria avvenuta a San Bernardino. L’agenzia di intelligence aveva chiesto al colosso californiano di consentire un accesso completo ai dati, ma si è vista la strada sbarrata. La palla è rimbalzata alla giustizia ancora una volta allo stesso giudice federale di Los Angeles che aveva “caldeggiato” Apple a rendersi disponibile. Ci sono tre giorni di tempo per rispondere all’ingiunzione. Cosa succederà? Google, Twitter e Facebook si sono schierate apertamente con i colleghi della mela morsicata.
Il caso del momento è quello che vede Apple contrapposta all’FBI in quello che è un momento molto delicato perché potrebbe creare non soltanto un precedente, ma anche e soprattutto potrebbe cambiare le carte in regola in merito alla privacy e all’accesso a informazioni personali che finora sono state protette e garantite. Non si tratta di difendere criminali (ricordiamo che lo scorso 2 dicembre erano state 14 vittime, ma di evitare che questa situazione generi un espediente per inficiare per sempre un sistema che finora è stato (giustamente) blindato a protezione e tutela del consumatore.
E mentre McAfee lancia la provocazione affermando che si occuperà personalmente di decrittare l’iPhone dell’attentatore di San Bernardino (per la precisione di Syed Rizwan) con un exploit sul singolo dispositivo e non sul sistema stesso “Per non obbligare Apple a inserire un backdoor”. Uno dei primi colossi a schierarsi con Apple è stata Google. L’AD Sundar Pichai si è infatti schierato completamente a fianco di Apple affermando che chiedere alle compagnie l’obbligo di scardinare i codici di sicurezza per consentire l’accesso creerebbe un precedente molto pericoloso e da evitare nel modo più assoluto. Facebook (e dunque WhatsApp) così come Twitter hanno proseguito sulla stessa linea.
Ovviamente anche Edward Snowden, la talpa della Nsa, aveva supportato in toto Apple. E ora cosa succederà? Non c’è dubbio che in un modo o nell’altro l’FBI otterrà ciò che richiede, come è sempre successo, c’è da vedere in che modo e con che conseguenze dato che qui il discorso non è semplicemente sbarrare la strada all’accesso a un dispositivo singolo quanto proteggere un’intera comunità. Una questione delicatissima.
Cosa rende un eCommerce davvero redditizio? Il design? La convenienza dei prodotti? La popolarità del…
Come scegliere il nome adatto per una Start-up in modo che sia efficace anche per…
Chi installa software di messaggistica istantanea sul proprio smartphone ha chiaramente interesse a comunicare con…
Il benessere mentale è senza dubbio una parte fondamentale della vita di ogni persona e…
Le smart tv possiedono una videocamera dalla quale spiano le vostre attività? Cosa c'è di…
L'evoluzione tecnologia ha portato i cittadini a una vivere una serie di condizioni praticamente obbligatorie.…