All’inizio della scorsa settimana, circolavano rumors sul fatto che Eyeo GmbH, l’editore a lavoro sull’espansione di AdBlock Plus, stava per portare a termine un browser per Android. Quest’ultimo può ormai essere scaricato in versione beta. Per l’azienda teutonica, si tratta di un secondo tentativo sul sistema operativo di Google. In precedenza, aveva pubblicato un’applicazione secondaria analizzando gli scambi internet attraverso la connessione 3G e Wi-Fi. La sua installazione era tuttavia un tantino complicata. Adesso, il browser potrà semplicemente essere configurato di default. L’abdicok Browser si basa sulla versione Android di Firefox.
La ditta spiega che le estensioni su quest’ultima è un po’ limitata. Lo sviluppo di un fork comporta una maggiore flessibilità Da notare tuttavia che non sarà possibile installare altri add-on specificamente previsti per Firefox, né tanto meno di attivare il dispositivo Firefox Sync per trovare i suoi preferiti, ad esempio. La società parla di uno studio pubblicato lo scorso anno da PricewaterhouseCoopers e che verte su un migliaio di partecipanti. Secondo quest’ultimo, gran parte dei click sulle pubblicità mobili vengono realizzati in modo accidentale e non volontaria.
Inoltre, il blocco automatico della pubblicità si tradurrebbe in un caricamento più rapido delle pagine, un consumo minore del traffico dati così come un’ottimizzazione del ciclo della batteria fino a 23% in media. Secondo un recente report, 2146 applicazioni Android sarebbero state analizzate e queste ultime sarebbero connesse a 250.000 URL diverse su 2.000 nomi di dominio. La metà di questi link punterebbero verso dei tracker e, in media, un’applicazione si connetterebbe ad una quarantina di link pubblicitari. Infine, l’editor giustifica il suo browser menzionando le potenziali pubblicità indesiderate che si intrufolerebbero in reti di sicure. Eyeo sottolinea che sarà possibile attivare le pubblicità giudicate accettabili dalla sua comunità.
La disponibilità di questo browser dovrebbe ravvivare le tensioni già esistenti tra i media, gli editor pubblicitari e l’editor Eyeo. Il modello economico legato ad AdBlock Plus è infatti molto discusso visto che la società fa pagare le imprese il cui modello economico riposa sulla pubblicità per iscriverle in un processo di sottomissione comunitario che può eventualmente includerli in una “lista bianca”. Google, Amazon e Microsoft hanno tra l’altro investito nel progetto AdBlock Plus e le loro pubblicità passano quindi tra le reti dei filtri AdBlock Plus. Ma l’editor non è l’unico a voler esercitare una pressione in ambito pubblicitario. I gestori telefonici europei potrebbero impostare dei meccanismi ben più radicali, installando sui loro server un software di blocco. Milioni di consumatori navigherebbero quindi in internet senza banner o link sponsorizzati. I gestori sostengono in effetti che i publisher dovrebbero partecipare al finanziamento delle loro infrastrutture.
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