Sony Pictures Entertainment ha annunciato di aver cancellato la proiezione del film di Seth Rogen e Evan Goldberg The Interview a causa dell’attacco hacker che l’ha colpita alcune settimane fa. La decisione, soprattutto, arriva dopo che il team di hacker, forse nordcoreani, avevano minacciato un nuovo 11 settembre se Sony avesse trasmesso il film nelle sale statunitensi. La pellicola potrebbe non venire distribuita neanche sul mercato home entertainment.
Sony Pictures Entertainment ha deciso che non trasmetterà il film The Interview nelle sale cinematografiche il 25 dicembre. La decisione è stata presa dopo che alcuni hacker che si fanno chiamare Guardians of the Peace hanno attaccato l’archivio dell’azienda, rubato alcuni film e spiato le e-mail, minacciando poi la società giapponese di eventuali attacchi terroristici qualora proseguisse nell’intenzione di pubblicare la pellicola. The Interview è un film con Seth Rogen e James Franco diretto da Seth Rogen e Evan Goldberg, che ridicolizza la figura dittatoriale di Kim Jon-Un, attualmente leader della Corea del Nord. Per questo motivo, l’FBI ritiene plausibile che dietro all’attacco hacker ci sia proprio la Corea del Nord.
“Alla luce della decisione della maggior parte delle sale di non proiettare il film The Interview, abbiamo deciso di non andare avanti con la distribuzione pianificata per il 25 dicembre” ha fatto sapere Sony Pictures in un comunicato ufficiale. “Rispettiamo e capiamo la decisione dei nostri partner e, ovviamente, condividiamo completamente il loro primario interesse verso la sicurezza degli impiegati e del pubblico”. Secondo alcune fonti del Los Angeles Times, Sony Pictures avrebbe altresì in programma di non distribuire il film The Interview né in formato DVD e Blu-Ray né in formato digitale sui servizi di streaming e download.
Questa decisione è stata presa nell’interesse di tutti, dopo che gli hacker aveva minacciato un nuovo 11 settembre se Sony avesse continuato nella sua tabella di marcia. L’FBI, comunque, aveva abbassato il livello d’allarme, intendendo queste minacce come prive di fondamento e non un reale avvertimento di un attacco concreto.