Quarantadue anni fa l’uomo lasciava per l’ultima volta la propria orma sulla Luna, al termine della missione Apollo 17 che chiuse il programma della NASA con sbarco sul nostro satellite naturale. Partito da Cape Canaveral il 7 dicembre 1972 con il primo lancio notturno e giunto sulla Luna quattro giorni più tardi, rimase per tre dì a compiere un’intensiva serie di esperimenti e di raccolta di materiali, sfruttando anche il Rover e scalando anche una montagna. L’equipaggio era formato dal Comandante Eugene Cernan, il pilota del Modulo di Comando Ron Evans e il pilota del Modulo Lunare Apollo Harrison Schmitt.
Se Apollo 11 aveva come principale obiettivo quello di “conquistare” la superficie lunare, le successive missioni prolungarono sempre di più la permanenza sul satellite fino a rimanerci per diversi giorni e occupando gli astronauti con un programma intensivo che prevedeva una massiccia raccolta di materiali e l’installazione di una strumentazione completa per rilevamenti e misurazioni. Apollo 17 fu la più complessa, ma tutto per fortuna filò liscio fino all’ammaraggio in oceano il 19 dicembre successivo, 12 giorni dopo il lancio dalla Florida. Il Rover che diede non pochi problemi nelle precedenti missioni funzionò molto bene, consentendo l’esplorazione della valle di Taurus-Littrow per periodi molto lunghi, superiori alle 7 ore per volta.
Il modulo di comando si chiamava America, quello lunare Challenger ed è stato fatto precipitare in modo controllato a poca distanza dall’allunaggio – una volta terminata l’esplorazione – così da misurare il terremoto lunare attraverso le strumentazioni posate durante la 17 e le precedenti. L’elenco di oggetti che fu lasciato sulla Luna conta su un misuratore del profilo della forza di gravità, di intensità di direzione della forza di gravità, un contatore di impatti di meteore, sistemi per la misurazione della quantità di energia elettrica nel suolo lunare e per calcolare le forze attrattive del suolo, per la misurazione atmosferica e radiazione cosmica, una fonte per neutroni, un trasponder e strumenti per esperimenti sismici.
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Novembre 2009 – Il sito d’allunaggio dell’Apollo 17 è stato nuovamente fotografato dalla missione Lunar Reconnaissance Orbiter durante la sua opera di mappatura della Luna da un’altezza di 50 km. Si può notare chiaramente il modulo lunare, l’attrezzatura e persino la bandiera americana. Lunar Reconnaissance Orbiter è transitata il 15 Settembre a 50.000 metri d’altitudine sopra il luogo dove era allunata la missione Apollo 17. Da dicembre del 1972 è rimasto tutto come avevano lasciato gli astronauti compresa la bandiera americana piantata a mo’ di “conquista” sul nostro satellite. Qualche tempo fa avevamo già visto una carrellata di foto riguardanti le altre location degli allunaggi ma mai nessuna aveva questa risoluzione così elevata. Questo grazie anche all’angolo di incidenza del sole a 28° che favoriva la visuale. Si vede il modulo di discesa Challenger e l’ALSEP, ossia l’Apollo Lunar Surface Experiments, usato per l’esperimento “sismico”, per studiare la composizione della superficie, per l’esperimento Lunar Ejecta and Meteorites (LEAM) e altri. In gallery ci sono scatti catturati dagli stessi astronauti sul luogo per un confronto ad altezza quasi zero.
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