Altro che semplici soprammobili: i robot astronauti si evolvono sempre più fino a promettere di poter quasi del tutto sostiuire il personale a bordo della Stazione Spaziale Internazionale così come in caso di future missioni esplorative. Nel video qui sopra – realizzato dalla NASA – si possono osservare gli automi del prossimo futuro che potranno non soltanto affiancare, ma anche fare le veci dei colleghi in carne a ossa in caso di lavori che richiedano molta forza oppure condizioni pericolose e rischiose. Saranno mezzi busti ossia avranno solamente un paio di bracci in grado di afferrare e muovere con grande potenza, ma anche precisione grazie all’ingegneria sempre più evoluta che sarà applicata.
Robonaut prende vita e stringe la mano agli astronauti umani
“Si… può… fare!“, come in Frankenstein Junior sarebbe potuta essere questa la frase pronunciata dal comandante della missione 30 sulla ISS, Dan Burbank, al momento della storica stretta di mano immortalata nel video qui sopra. Viene mostrato un momento che entrerà negli annali della NASA, con l’attivazione del robot astronauta Robonaut, che dopo un lungo (lunghissimo) assemblaggio è finalmente pronto alla fase di testing evoluta. Dopo aver controllato la corretta funzionalità di tutti i sistemi interni, Robonaut ha allungato la mano robotica verso quella del comandante Dan e ha sigillato l’inizio della collaborazione sulla stazione spaziale internazionale.
Sin dall’antichità la stretta di mano è il simbolo di un accordo raggiunto. Anche in questo caso inaugura un discorso importante, ossia l’inizio della fase operativa di Robonaut. E’ il nome dell’astronauta robotico, un automa con busto, braccia, mani e testa che sarà utilizzato sulla ISS (Stazione Spaziale Internazionale) al posto o in assistenza dei colleghi umani per lavori particolarmente pericolosi o specifici, come ad esempio durante le passeggiate spaziali. Inoltre ha anche una propria pagina su Twitter. Era arrivato a bordo della ISS con il penultimo volo dello Shuttle, con la missione alla quale partecipava anche il nostro Roberto Vittori. In quel momento sulla stazione era presente anche Paolo Nespoli che infatti ci ha raccontato di Robonaut durante l’intervista concessoci recentemente. Dopo diversi mesi di assemblaggio e di test, si è effettuato il check dei sistemi interni e si è letteralmente acceso il robot.
Filmato da una delle videocamere di bordo, Robonaut si è acceso e ha cercato la mano del comandante della ISS, Dan Burbank, che ha prontamente risposto con una (moderata) stretta di mano. Successivamente Robonaut ha anche tentato di salutare gli spettatori con un “Hello World” con la Lingua dei Segni americana. Una dimostrazione sulla potenzialità dei suoi usi futuri. Sarà infatti impiegato per lavori anche di precisione e dunque la corretta mobilità delle dita è forse la sua funzione più importante. Dan Burbank ha commentato in modo abbastanza pacato: “Molto carino. Bel lavoro degli ingegneri e degli sviluppatori. Un robot abbastanza impressionante“. Di certo non è il primo robot a bordo della ISS. Sono presenti infatti speciali piccoli automi cubici che recentemente sono stati governati dallo smartphone Nexus S e gli astronauti si avvalgono di diversi sistemi robotizzati soprattutto per la manutenzione della stazione. Insomma, non sarà un robot da fantascienza, ma è un debutto importante in vista del futuro. Un futuro con i Robonaut completamente a sostituzione degli astronauti in carne e ossa?