Un’altra incredibile storia con una fotocamera digitale persa per ben due anni nell’oceano che riesce a ritrovare la via di casa. Be’, ovviamente non più funzionante, ma con ancora l’incredibile tesoro delle foto conservate sulla memory card ancora perfettamente leggibile. Questa vicenda arriva dalla zona Nord dell’Oceano Pacifico, più precisamente sull’isola di Tahsis (B.C. Burgoyne) che si trova a 500 chilometri di distanza da Vancouver, patria dell’artista Paul Burgoyne, proprietario del dispositivo. All’inizio di Maggio, gli studenti dell’Università Bamfield Marine Sciences Centre (Tella Osler e Beau Doherty, per la precisione), hanno casualmente scovato la macchina fotografica digitale placidamente adagiata sul fondale.
Gli studenti avevano ritrovato la fotocoamera nei pressi della località Aguilar Point, B.C. durante un’esplorazione. Come si può vedere dalla foto in testa all’articolo, la fotocamera versa in condizioni particolarmente malconce anzi sembra davvero presa come un sasso da una scogliera. La professoressa di Ecologia Marina presso l’Università Simon Fraser, Isabelle M. Côté, ha raccontato che “Erano presenti diverse specie marine adagiate sulla macchina, tra alghe e crostacei quando è stata trovata“. Così praticamente parte del fondale marino che non sembrava ci fossero chances di poter ricavarne qualcosa. E invece.
Estrapolando la scheda di memoria Lexar Platinum II dallo slot interno e pluggandolo al computer si è scoperto che invece le foto erano perfettamente conservate e che si potevano leggere senza alcun problema. Così ha preso la foto con il più alto numero di persone raffigurato e l’ha pubblicata su Twitter (vedi sotto). Dopo due anni dallo smarrimento, un membro della guardia costiera della località di Bamfield ha riconosciuto Burgoyne e l’ha messo in contatto con la scienziata e il ricongiungimento è stato organizzato e la vicenda è andata clamorosamente a buon fine, dimostrando che spesso i gadget tecnologici possono davvero sorprendere.
Burgoyne ha rimesso mano sulla fotocamera che al proprio interno conservava scatti molto preziosi come immagini della famiglia presso un lago in Ontario in compagnia di amici durante una vacanza. C’è da scommettere che Lexar potrebbe trarne una gran bella pubblicità da questa interessante vicenda, magari sfruttandola a livello di marketing. D’altra parte le foto sono rimaste intatte dopo essere rimaste per due anni immerse nelle acque gelide dell’Oceano Pacifico e ancora oggi sopravvivono contro ogni previsione.
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