oPhone è un telefono sperimentale come mai se n’erano visti prima: questo concept phone può infatti inviare messaggi che riproducono odori e fragranze. D’altra parte, la società attuale e in generale la natura umana danno molta più importanza al senso della vista piuttosto che a quello dell’olfatto che è uno dei più potenti soprattutto a livello cerebrale, dato che scatena ricordi immediati e ancestrali. Direttamente dalle stanze (non) segrete di Le Laboratoire a Parigi erano state diffuse le prime informazioni su questo prototipo che può inviare una sorta di SMS odoroso lo scorso gennaio, ma ora finalmente siamo pronti alla fase produttiva. Come funziona? All’interno dei cilindri sono presenti componenti chiamati oChips che elaborano e miscelano le informazioni sui profumi da inviare, come una specie di cartuccia. Profumi ok, ma anche puzze? Ovviamente sì, anche se al momento i principali problemi sono da riscontrare nella rappresentazione di odori molto differenti tra loro a breve distanza di tempo. Dopo il salto altre info e tutte le altre notizie tecno-odorose.
oPhone si servirà di alcuni ricevitori cilindrici ognuno dei quali sarà in grado di riprodurre fino a 300.000 odori unici: i componenti interni promettono una lunga durata e saranno anche piuttosto economici, potranno essere sostituiti come se fossero delle cartucce di inchiostro per la stampante. Un pacco di 4 cilindri costerà infatti circa 15 euro, mentre il cellulare sarà venduto a poco più di 100 euro, come confermato dalla sua presenza recente su Indiegogo, la popolare piattaforma di crowdfunding. Per funzionare richiederà una speciale applicazione chiamata oSnap che catturerà un’immagine e che assocerà poi l’odore che sarà riprodotto dal cellulare oPhone destinatario proprio come se si stesse messaggiando e inviando una foto. Davvero molto interessante, basta non usarlo durante la pausa “toilette”.
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SMELLIT potrebbe portare il cinema verso un nuovo confine: se fino a poco tempo fa la diffusione di essenze durante una riproduzione cinematografica era una pratica sperimentale e sporadica, nel futuro potrebbe diventare routine con questo device speciale. Perché ora il cinema è dedicato a due sensi: la vista e l’udito, ma nulla vieta di introdurre anche un supporto per stimolare l’olfatto. Qualche tempo fa anche Jovanotti aveva provato quest’esperienza durante i suoi concerti diffondendo essenze particolari a seconda delle canzoni. SMELLIT potrebbe rendere l’olfatto sempre partecipe durante la fruizione di un film grazie a un particolare player in grado di leggere le informazioni “odorose” delle scene circa 20 secondi in anticipo per aver il tempo necessario a spruzzare nell’aria profumo di pioggia ad esempio o di pane fresco.
Le essenze sono conservate in gel particolari che passano su una ventola per essere sparate nell’aria con piccole nebulizzazioni. Con 118 cartucce si dovrebbe aver una buona base per creare tutti i profumi più comuni.
Direttamente dalla mente di Nimesha Ranasinghe della National University of Singapore ecco il primo vero simulatore di gusti, che appare come una sorta di lecca-lecca hitech in grado di riprodurre sapori più variegati grazie all’uso della tecnologia. Una sorta di sintetizzatore di cibi, insomma, che sfrutta un elettrodo di argento collegato a un computer per dare l’illusione di star assaggiando leccornie. Un po’ triste, ma apre a diversi scenari interessanti e aggiunge un nuovo tassello ai simula-tutto sensoriali. Si arriverà a un futuro inquietante dove si potrà simulare tutto, dalle relazioni al turismo, dalle esperienze multisensoriale ai sogni? Probabile, di sicuro dopo aver pensato a fornire più di uno strumento per simulare visuali di ciò che in realtà non è davanti a noi (prendi il cinema, ad esempio) e aver ricreato sensazioni tattili 2.0 (ecco un’ampia raccolta), senza dimenticare il suono (grazie al digitale, possiamo ascoltare cosa vogliamo, quando vogliamo) e l’odore (vedi sotto) ecco anche il gusto. Per ora è ancora a uno stato embrionale e può solo riprodurre le quattro grandi categorie di sapore ossia salato, dolce, amaro e aspro (non ancora umami). Come funziona? Andando a variare la corrente attraverso l’elettrodo e modificando altrettanto velocemente la temperatura percepita. Insomma, non un’esperienza così gradevole a conto i fatti, ma presto sarà in grado di riprodurre anche gusti più raffinati dalla cioccolata al pollo a qualsiasi altro alimento. Ok, tutto molto bello ma a cosa serve? Ad esempio ai pazienti che non possono mangiare determinati cibi perché pericolosi per la loro salute – diabetici, celiaci, ecc.. – potranno percepire il sapore del proprio alimento proibito.
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