Anche a Barcellona è stato aperto un Fab Café: dopo quelli di Tokyo e Taipei sbarca in Europa l’interessante connubio bar-stampanti 3D. Già perché in questo locale gradevole e alla moda è possibile sorseggiare una bevanda mentre si progetta un qualsiasi oggetto o componente al computer per poi dare in pasto il codice alle macchine che lo realizzeranno in pochi minuti. Sono presenti due tipi di stampante: il primo è in grado di sovrapporre vari strati di resina plastica uno sull’altro, mentre l’altro è una sorta di scultore che va ad incidere a laser qualsiasi tipo di materiale come legno, stoffa, metallo o plastica stessa. Un servizio molto interessante soprattutto perché democratico e economico: il costo va dagli 8 ai 30 euro a seconda del tempo necessario per portare a compimento il lavoro. Il bar si trova in Calle Bailen 11. Qui sopra un video dimostrativo. Ma vediamo altri interessanti progetti con le 3D Printer.
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Interessante soluzione che miscela tecnologia a cucina al CES 2014 di Las Vegas con l’ultima trovata della società System Materials Research Corporation che ha investito 125.000 dollari per realizzare una speciale stampante 3D in grado di utilizzare il cibo al posto dei tradizionali materiali plastici. Il funzionamento è identico a tutte le altre printer tridimensionali fatto salvo che il risultato finale è un qualcosa di commestibile e non un semplice oggetto. Si potranno così creare tipi di pasta così come “snack” con ingredienti freschi oppure in polvere. Un incentivo per bambini che non amano la verdura e che potranno essere “ingannati” con alimenti dalle forme più accattivanti così come un utilissimo strumento per gli astronauti che si stamperanno il cibo in orbita più agevolmente. Non per ultimo anche un vantaggio per i ristoratori: stamparsi la pasta fresca (anche con disegno personalizzato dall’utente) non sarà più utopia.
Davvero suggestiva la nuova stampante 3D sviluppata dalla North Carolina State University che non usa materiale plastico né metallico solido per creare oggetti tridimensionali, bensì una speciale lega metallica in gallio e indio che appare come liquida a temperatura ambiente. Liquida significa facilmente manipolabile come dimostrato nel video qui sopra raccontato dai Dr. Michael Dickey, Colin Ladd e Ju-Hee Soand John Muth. L’effetto è sorprendente, da film di fantascienza e rimanda subito alle scene di Terminator con il metallo liquido. Secondo i ricercatori, si potrà anche iniettare la lega all’interno di un supporto in polimeri per fargli assumere una speciale forma ed essendo per altro conduttiva, permette anche il passaggio di elettricità. Dopo il salto, altre speciali innovazioni legate alle stampanti 3D.
Cosa succede quando si fanno incontrare appassionati di Star Wars e una stampante 3D tra le più precise al mondo (a livello commerciale)? Il risultato lo vedete nel video qui sopra, con la realizzazione di un busto di uno dei personaggi più amati della saga, Yoda. E’ stato preso come esempio per dimostrare quanto sia precisa la lavorazione del modello Makerbot Replicator 3D Printer che modella il materiale plastico a una definizione di un millimetro e a una velocità di 30mm/s. Strato dopo strato, la forma dello jedi prende letteralmente vita con un risultato finale davvero eccellente. A proposito di Makerbot, recentemente è stata protagonista di un altro singolare esperimento con protagonisti i paguri.
E bravi i paguri: i piccoli crostacei hanno approvato le conchiglie perfette e artificiali ottenute da una stampante 3D andandole quasi a preferire a quelle naturali. A raccontare questa bizzarra scoperta ci pensa una società che è direttamente interessata alla questione ossia le MakerBot Industries (che realizzano le stampanti Thing-O-Matic 3D). Con il progetto Shellter si è cercato di riprodurre una versione fedele e pure fluorescente delle conchiglie, che poi sono state messe a disposizione dei piccoli paguri che le hanno scelte come nuova abitazione mobile provvisoria. Il progetto nasce per offrire alternative alle conchiglie naturali che ormai stanno scarseggiando. Esistono circa 500 specie di paguri (alcune anche terrestri), sono crostacei di piccole dimensioni, che proteggono la propria fragile struttura, con addome ricurvo e molle, grazie a conchiglie vuote di gasteropodi. Solitamente rimangono mezzi fuori e mezzi dentro, camminando sui fondali, ma in caso di pericolo si ritirano completamente all’interno di questa casa mobile, che può essere trasportata anche in mezzo a barriere o a spugne per mimetizzarsi. Per questo motivo la scelta dev’essere accurata e il paguro si trasferisce frequentemente da una conchiglia a un’altra per essere sempre protetto al massimo durante le varie fasi della propria crescita.
E’ noto per essere particolarmente esigente e dunque le “conchiglie 3D” acquistano ancora più valore. Il progetto Shellter però non nasce come mera sfida “commerciale” per pubblicizzare la stampante di Makerbot Industries in collaborazione con TeamTeam USA, o meglio non solo. Visto che le conchiglie naturali iniziano a scarseggiare, quest’iniziativa si propone di creare conchiglie apprezzate dai crostacei e al tempo stesso non inquinanti e in linea con il rispetto ambientale. Con l’andare del tempo, il materiale che le compone si biodegrada e così il paguro può spostarsi da una all’altra come con quelle naturali. Come consulente al progetto, la dottoressa Katherine Bulinski, ha sottolineato l’esigenza dell’animaletto: “Non devono essere né troppo piccole né troppo grandi, perché il paguro deve sentirsi agile e sicuro“. Il Project Shellter prosegue in modo social rivolgendosi direttamente ai possessori di stampanti 3D che volessero testare i modelli già disponibili così da continuare la sperimentazione verso la realizzazione della bio-conchiglia artificiale perfetta.
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