Una brutta notizia: sta entrando in vigore la nuova tassa SIAE sull’hitech e più specificamente sui dispositivi dotati di memoria interna (hard disk) in grado – potenzialmente – di registrare contenuti audio-video protetti dal diritto d’autore. In realtà non è una tassa nuova, ma non è mai stata così salata visto che i rincari sono anche del 500% e salgono da 0.90 centesimi di euro a 5.2 euro che diventano oltre 6 euro con IVA per uno smartphone fino ai quasi 40 euro già ivati per un decoder con un’ampia memoria interna per la memorizzazione di contenuti. La tassa di basa sulle decisioni approvate con il Decreto del 30 dicembre 2009 che introduceva la tassa e garantiva la possibilità di aumentare le tariffe periodicamente “per adeguarle allo sviluppo delle tecnologie digitali“. Scopriamone di più.
Perché questa tassa, qual è il vero motivo? La Società italiana autori editori altrimenti nota come SIAE ha spiegato che la natura di questa tassa è da individuare come necessario prelievo “In cambio della possibilità di effettuare una copia personale di registrazioni, tutelate dal diritto d’autore“. Al di là del linguaggio burocratico, significa meramente che che si possono copiare/effettuare backup/trasferire contenuti audio e video (canzoni e film, per intenderci, ma non solo) su un cellulare, uno smartphone, penna USB, memoria esterna USB, lettore multimediale, computer, tablet oppure decoder con memoria interna. E per questo motivo, anche se stiamo copiando qualcosa di cui siamo già proprietari, dovremo versare la tassa per andare a compensare ciò che la Siae non incassa e non versa agli autori visto che “saltiamo un passaggio”. Insomma un prelievo preventivo e a tappeto per una possibile mancata riscossione.
Giusto o sbagliato? Di certo l’idea di fondo ci può anche stare, ma leggere i prezzi aggiornati è davvero fastidioso e intollerabile dato che si trovano rialzi esagerati. Quali sono i prezzi? Ricapitoliamo con un breve schema facendo notare che i prezzi sono già adeguati all’IVA al 22 per cento:
Costi davvero salati che vanno a colpire settori piuttosto floridi come quelli di smartphone e tablet. Contando le centinaia di migliaia di unità che vengono vendute ogni trimestre, non è difficile calcolare un ricavo stratosferico. Le penne USB ricevono una pesante mazzata che invertirà la tendenza al vero low-cost riscontrato negli ultimi mesi. E stesso dicasi per i lettori multimediali come mp3 e mp4. Ma la peggio l’avranno i decoder con memoria interna, con un rincaro di 40 euro che di certo non aiuterà un mercato già in crisi. Finirà così? Per ora sì, ma sono già pronte a partire class action e rivolte, si chiede anche maggiore chiarezza su modi e percentuali con i quali gli artisti saranno rimborsati dalla SIAE sfruttando questi introiti ingenti. Vi terremo aggiornati.
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