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La realtà attraverso la lingua: sinestesia hi-tech

La sinestesia indica la contaminazione dei sensi nella percezione. Semplificando si potrebbe dire che un senso va a stimolare un altro, come quando si osserva un piatto e si percepisce il sapore o quando un profumo porta immediatamente alla memoria una persona e la si “vede” davanti. Brain Port V100 è uno strumento che offre un’assistenza all’orientamento, alla mobilità ed all’identificazione tattile degli oggetti e si dedica a persone non vedenti o con un grave deficit nella capacità visiva. Si appoggia a una speciale piastrina posizionata sulla lingua e l’utente – se predisposto e adeguatamente ben addestrato – può sentire attraverso la propria lingua una sorta di rappresentazione di ciò che avviene davanti a sé e che viene ripreso da una fotocamera posizionata su un paio di occhiali che sta indossando. Una tecnologia davvero interessante, scopriamone di più, con la nostra intervista a Pierpaolo Poli di Speeka, che importa e commercializza Brain Port in Italia.

COME E’ NATA LA TECNOLOGIA?

La società Wicab, Middleton, Wisconsin, USA, ha ingegnerizzato e costruito un nuovo dispositivo medico, il BrainPort V100, capace di aiutare le persone non vedenti o con notevole limitazione alla visione. Il prodotto è il frutto di circa 20 anni di studi del prof. Bach y Rita, dell’Università del Wisconsin. Le Forze Armate USA e Google hanno finanziato lo sviluppo del BrainPort.

A QUALE PUBBLICO SI RIVOLGE?

Il BrainPort V100 è uno strumento di assistenza all’orientamento, alla mobilità ed all’identificazione degli oggetti per persone non vedenti o con notevole riduzione della capacità visiva. Il suo utilizzo non richiede alcun intervento chirurgico nè l’assunzione di alcun farmaco. È un apparato studiato per persone non vedenti dalla nascita, o anche per persone che lo sono diventate nel corso della propria esistenza. Può aiutare i non vedenti che abbiano sofferto di malattie o incidenti che hanno interessato l’occhio nel suo insieme o il nervo ottico.

SU COSA BASA LA PROPRIA FUNZIONALITA’?

Basa la sua funzionalità su di un concetto semplice quanto ingegnoso: se la porta di ingresso delle immagini, costituita dall’occhio e dagli organi ad esso collegati, è impossibilitata a svolgere le proprie funzioni vitali, è necessario trovare altre vie e modalità attraverso le quali far arrivare la percezione delle immagini al cervello. Studi clinici approfonditi, nel corso di vari anni, hanno individuato nella lingua la via alternativa da utilizzare. Wicab ha quindi iniziato a sviluppare un prodotto in grado di far evocare al cervello, tramite la lingua, le immagini raccolte da una videocamera al cervello.

QUALI SONO I COMPONENTI?

Il V100 è costituito da due parti fondamentali: un paio di occhiali con videocamera, che raccolgono le immagini, e una “linguetta” di plastica con particolari elettrodi da posizionare sulla lingua. I due componenti sono connessi tramite cavetto. La videocamera è anche dotata di uno zoom e di un telecomando di controllo. Le immagini, tradotte in impulsi, vengono trasmesse alla linguetta di plastica, contenente 400 elettrodi, posta a contatto della lingua.

COME AVVIENE L’ACQUISIZIONE E LA TRASMISSIONE DELLE IMMAGINI?

Le immagini riprese vengono tradotte in pixel, bianchi, grigi e neri: i pixel bianchi vengono “sentiti” sulla lingua come delle stimolazioni di intensità elevata, i pixel grigi vengono “sentiti” come stimolazioni di intensità media ed i pixel neri in arrivo non generano alcuna stimolazione. Il cervello elabora questi dati e genera la percezione tattile delle immagini. La sensazione della linguetta sulla lingua è paragonabile a quella generata da acqua leggermente frizzante, o anche come quella di una leggerissima vibrazione. Il tutto viene alimentato da una piccola batteria agli Ioni di Litio. Più il contrasto tra l‘oggetto, una volta individuato e messo a fuoco, da vedere e lo sfondo è marcato, maggiore è la qualità della percezione e la conseguente capacità di identificazione dell’oggetto. E’ obbligatorio un periodo iniziale di addestramento, di almeno 10 ore, durante il quale vengono insegnate le modalità d’uso e le tecniche di riconoscimento degli oggetti.

QUALI SONO I COMPONENTI HARDWARE?
1) Occhiali di supporto della videocamera
2) Videocamera con sensore di immagini
3) Tasto per inclinazione della videocamera
4) Tasto di regolazione del Contrasto
5) Indicatore LED di alimentazione
6) Indicatore LED di Stimolazione Connettore per la linguetta con gli elettrodi (IOD)
7) Tasto di ZOOM IN e ZOOM OUT
8) Tasto di regolazione Intensità (su-giù) e di inversione della modalità di visione (pressione)
9) Tasto di verifica attività
10) Tasto per blocco immagine
11) Linguetta con elettrodi (IOD)
12) Tasto di verifica funzione
13) Tasto di modalità di Immagine
14) Connettore del cavetto della videocamera
15) Tasto di accesso alle opzioni
16) Cavo di connessione della videocamera
17) Tasto di Accensione/Spegnimento”

PERCHE’ L’EFFETTO SUI PAZIENTI NON E’ SEMPRE IDENTICO DA CASO A CASO?

Ogni non vedente risponde a questo strumento in modo diverso: innanzitutto deve accettare il fatto che si debba inserire in bozza ed appoggiare sulla lingua un piccolo oggetto di plastica con gli elettrodi. In secondo luogo, deve accettare che è necessario indossare un paio di occhiali con videocamera (miniaturizzata) e relativo cavo “porta immagini” e gestire manualmente un piccolo “telecomando” con il quale impostare il software di controllo. Fondamentale è poi accettare il fatto che non si vede attraverso la lingua, ma si sente attraverso la lingua. Purtroppo, tanti articoli apparsi nel corso di questi anni di attesa di questo prodotto hanno spesso, troppo spesso utilizzato il termine “vedere tramite la lingua”, impropriamente, molto impropriamente. Non si vede, ma si sente la forma di un oggetto disegnata sulla lingua. Una volta accettate queste condizioni, il BrainPort si può rivelare un valido strumento di aiuto per i non vedenti per migliorare la qualità della loro vita. Non tutti si trovano a loro agio durante la fase di addestramento, non tutti accettano “l’estetica” e la manualità (inserire/rimuovere la linguetta di plastica) che viene determinata dall’uso del BrainPort, ma chi riesce a superare questo preconcetto è in grado di sviluppare un valido approccio a questo strumento, grazie al quale la qualità della vita del non vendete può solo migliorare. Esistono non vedenti che manifestano un’inclinazione naturale all’utilizzo del BrainPort, altri che grazie ad un addestramento continuo e prolungato arrivano agli stessi livelli di capacità di utilizzo; altri invece, soprattutto per motivi di carattere medico, possono presentare notevoli difficoltà non dovute alla loro volontà, ovviamente, ma che nonostante questo, riescono a sviluppare lo stesso una buona conoscenza del prodotto con relativo buon grado di capacità di utilizzo. Esistono dei “Super User”, degli utilizzatori veramente capaci di sfruttare appieno le caratteristiche del BrainPort: ad esempio il più famoso, un non vedente americano , gioca regolarmente con il figlio con la palla, al tris, esegue sessioni di free climbing su di una parete artificiale, lo usa giornalmente nel traffico di New York. Curiosa ed interessante è stata la definizione di un altro non vedente, che sosteneva che gli piaceva l’uso del BrainPort di notte, nelle notti di luna piena, perché riusciva a sentire molto bene la luna, ed i suoi crateri!.

COME AVVIENE L’ADDESTRAMENTO?

L’acquisto del BrainPort è consigliabile solo dopo un opportuno periodo di addestramento da effettuarsi presso strutture specializzate. L’utilizzo del BrainPort richiede un breve periodo di addestramento, di almeno 10 ore, in un periodo di circa 1 settimana, per consentire all’utilizzatore di capirne esattamente il funzionamento e trarne il massimo vantaggio. E’ fondamentale che l’aspirante utilizzatore del BrainPort sia disponibile ad affrontare e sostenere un periodo di addestramento e di conoscenza delle funzioni dell’apparato, per imparare la funzionalità tecnica (zoom, messa a fuoco, conoscenza dello spazio….) minima per ottenere prestazioni soddisfacenti. L’addestramento consente di capire ed interpretare al meglio le sensazioni generate dal contatto degli elettrodi con la lingua e di gestire l’apparato per sfruttarne al meglio il potenziale. L’addestramento è necessario per poter imparare ad utilizzare i comandi del telecomando fornito in dotazione al BrainPort; tra questi ad esempio, lo zoom della videocamera, la messa a fuoco, la visione a modalità invertita. La fase di addestramento è importante perchè, una volta capite le funzionalità dell’apparato, il non vedente deve iniziare a capire le immagini che vengono trasmesse ed elaborate dal cervello, iniziando a relazionarsi ad esse per sfruttare appieno le potenzialità dell’apparato. L’utilizzatore deve prima iniziare a capire l’utilizzo del BrainPort nelle due modalità di visione, normale ed invertita, una funzione molto importante perchè gli consente di avere la percezione della luce ( e determinare ad esempio se una finestra è chiusa o aperta). Un’altra fase molto importante è quella relativa alla capacità di definizione del campo visivo, che si ottiene muovendo la testa con gli occhiali e puntandoli sugli oggetti. Successivamente, si passa ad una fase pratica di riconoscimento degli oggetti, al movimento nello spazio ed a altre fasi più approfondite, tra cui anche, se conosciuti, il riconoscimento dei caratteri e dei numeri. La fase di addestramento dura circa 10 ore da svolgersi nel corso di una settimana circa. L’addestramento è soggetto al pagamento di un importo orario da corrispondere alla struttura che lo esegue. Il Brain Port è ideale per persone non vedenti che abbiano comunque completato un tipico programma di riabilitazione per persone non vedenti e siano disposte a provare una nuova forma di aiuto alla propria disabilità. E’ anche suggeribile un aggiornamento dell’addestramento su base annuale, per migliorare la propria sensibilità e la propria conoscenza delle tecniche di apprendimento.”

QUALI SONO I VOSTRI CONTATTI?

“Speeka srl Via C. Pisacane 42 Milano”

Infine, una precisazione: “Il Brain Port V100 non è e non deve essere considerato uno strumento che possa sostituire al 100% i mezzi normalmente utilizzati dai non vedenti, bensì come uno strumento che migliora la qualità della vita, congiuntamente alle tecniche già utilizzate. Il BrainPort V100 non genera una visione, bensì una percezione tattile della forma degli oggetti inquadrati dalla videocamera. Con un buon e continuo addestramento, l’utilizzatore è in grado di generare una graduale elevata capacità di identificazione degli oggetti nel campo visivo generato dalla videocamera presente sugli occhiali“.

Diego Barbera

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