Curiosity è senza dubbio una delle star indiscusse del web: stiamo parlando della celeberrima sonda robotica della NASA che ormai da mesi e mesi scorrazza su Marte analizzando rocce, effettuando rilevazioni e esperimenti oltre che scattando foto a ripetizione. Ed è proprio prendendo queste immagini e panorami del pianeta rosso che i creativi del web hanno immaginato di apporre agli scatti i filtri di applicazioni come Instagram o Hipstamatic. Il risultato? Piccole opere d’arte con effetti vintage, patinati, con contrasti elevati oppure ancora con saturazioni ad hoc. Non perdeteveli nella gallery e non dimenticate di continuare dopo il salto verso tutte le curiosità… su Curiosity.
Curiosity compie un anno di permanenza su Marte e siamo pronti con il giga-riepilogo di tutte le curiosità che riguardano l’ormai già mitico robottino. Qui sopra possiamo ammirarlo fotografato da Mars Reconnaissance Orbiter: l’incontro “virtuale” tra i due gioielli della NASA è avvenuto lo scorso 27 giugno 2013 con la sonda orbitante che ha puntato come sempre i propri obiettivi verso il pianeta rosso e ha immortalato la zona dove opera il robottino, paparazzandolo. È quel puntino blu nella zona in basso a destra: si possono anche osservare le tracce lasciate sul terreno marziano. A proposito del rover-sonda, dopo il salto tutte le notizie che lo riguardano. Infatti non è l’unica novità stuzzicante offerta dal rover, che nei mesi scorsi ha fotografato un’eclisse marziana e ha riprodotto la prima canzone su Marte e ha effettuato un check-in su Foursquare proprio dal pianeta rosso.
Curiosity pronto all’annuncio del secolo o l’ennesima non-notizia? I titoli sono già pronti: scoperta la vita su Marte, ma in realtà c’è da fare un po’ di chiarezza perché ciò che probabilmente verrà annunciato lunedì sarà la rilevazione di molecole organiche e non biologiche, dunque i mattoni fondamentali che portano alla vita e non la vita stessa. Insomma le basi senza le quali è impossibile che la vita si possa sviluppare, come specificato da Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, che poi aggiunge “La scoperta rimarrà negli annali della storia, la missione rimarrà nei libri“. E Curiosity rilancia la curiosità su Twitter: “Cosa ho scoperto su Marte?“, con il suo seguitissimo profilo.
Una nuova curiosa foto da Curiosity, il rover-sonda che sta esplorando Marte: un autoscatto. Potete ammirarlo qui sopra (qui, la versione completa in alta definizione) e in un colpo si può osservare non soltanto il robot nella sua interezza, ma anche il paesaggio circostante e cercare chicche come gli sfiziosi adesivi apposti dalla NASA. È, in realtà, un collage di 55 immagini ad alta risoluzione scattate dallo strumento Mars Hand Lens Imager presso la base del Monte Sharp dove Curiosity sta analizzando rocce e terreno.
Curiosity sempre più star del web: l’ormai già mitico rover esploratore che in questo momento sta analizzando rocce su Marte ha infatti messo a segno un nuovo primato. E’ il primo a effettuare un check-in su Foursquare nientemeno che dalla superficie del pianeta rosso, una primizia che per forza di cose nessuno può “pareggiare” almeno per il momento. Grazie a un’attività sociale senza precedenti la Nasa sta pompando la missione su Twitter, Facebook e ora anche su Foursquare (il geo-social grazie al quale localizzarsi per ottenere “medaglie” e non solo), attirando la curiosità della platea online. L’astronauta Doug Wheelock era stato il primo a fare un check-in extraterrestre, dall’orbita a bordo della ISS nel 2011.
Curiosity stupisce ancora e dopo aver rivolto l’obiettivo contro se stesso immortalandosi in un divertente autoscatto, il rover-sonda che ha puntato la fotocamera – protetta opportunamente con adeguati filtri – verso il Sole, giusto in tempo per fotografare il passaggio di Phobos. E’ uno dei due satelliti del pianeta rosso (l’altro è Deimos, paura e terrore), due grandi asteroidi catturati dalla gravità di Marte. Essendo più piccoli della nostra Luna, irregolari nella superficie e più vicini, le eclissi sono numerose, circa uno al giorno. D’altra parte ruotano intorno al pianeta in sette e trenta ore rispettivamente. Non è la prima volta che un’eclissi marziana viene fotografata, l’aveva fatto anche il precedente rover Opportunity.
E’ la star assoluta del momento sul web, twitta senza soluzione di continuità e ha finalmente postato anche un simpatico autoscatto. Solo che non si tratta di uno sportivo, di un attore, di una cantante o comunque di un VIP quanto della sonda Curiosity della NASA, che in questo momento sta esplorando Marte. Il rover è da 5 settimane sul pianeta rosso e ieri ha inviato il suo primo autoscatto: subito è scattato il toto-somiglianza e sembra aver vinto a mani basse il robottino Wall-E, protagonista del film omonimo. Su Twitter (@MarsCuriosity) i followers sono diventati ormai oltre un milione e centomila (al momento della stesura dell’articolo) e aumentano in modo vertiginoso, per seguire da vicino il grande sogno dell’avventura sul nostro pianeta fratello.
Marte non è un luogo silenzioso come la Luna, ma fa sentire la propria voce sotto forma di vento, ad esempio. E’ stata suonata anche la sua prima vera canzone (“Reach for the Stars“) e sarà firmata da Will.i.am, membro dei Black Eyed Peas ma soprattutto grande collaboratore della NASA. Il poliedrico artista americano ha infatti già prestato la propria immagine per diversi eventi dell’agenzia spaziale americana, soprattutto sotto il profilo sociale e benefico, grazie alla propria associazione filantropica will.i.am’s i.am.angel Foundation. In partnership con Discovery Education di Silver Spring, Md., si coinvolgeranno gli studenti americani per questo curioso record. Il rover Mars Curiosity ha riprodotto la canzone nel pomeriggio del 28 agosto.
Si chiama Curiosity e viene in pace sul pianeta rosso, ma su Marte darà dimostrazione delle proprie performanti “armi”: la sonda della NASA ha utilizzato infatti per la prima volta al di fuori della Terra un potentissimo laser, sparato contro una roccia chiamata Rock N165. Questo sasso di 7 centimetri, ossidato e piuttosto anonimo, è stato bombardato da 14 millijoule di energia per 30 volte in 10 secondi. Come da previsioni è sublimato nella parte colpita e il laboratorio chimico a bordo di Curiosity ha proceduto con l’analisi grazie allo strumento ChemCam. Si potrà così comprendere la composizione della roccia. Servirà anche da test della strumentazione, poi il rover proverà anche il sistema di propulsione a sei ruote motrici con un percorso a zigzag prima di lanciarsi nell’esplorazione marziana.
La sonda Curiosity della NASA si è impegnata ad agosto all’aggiornamento software che le ha permesso di mettersi al passo coi tempi e accelerare le proprie prestazioni. Proprio come se fosse un normale smartphone con sistema operativo Android, iOS di Apple o Windows Phone, il robottone rover completa la procedura di upgrade da una distanza di oltre mezzo miliardo di chilometri grazie alla collaborazione dell’ingegnere informatico Steve Scandore del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Nel frattempo è stato svelato anche l’hardware di Curiosity, che essendo stato progettato nel 2004 non è proprio di ultimo pelo: comprende due computer (uno per le funzionalità e operazioni l’altro per il backup) e una fotocamera piuttosto poco potente per gli standard attuali visto che è di 2 megapixel. Invierà 31MB di dati (informazioni e foto) al giorno verso Terra.
I sette minuti più terribili della storia recente della NASA: la missione Curiosity ha completato l’atterraggio anzi, l’ammartaggio come si suole dire in modo non così corretto visto che è sbarcata con successo sul suolo del pianeta Marte dopo il suo viaggio dalla Terra. La sonda si è posata sul nostro pianeta fratello alle ore 7.30 del 6 agosto scorso come da programmi completando la delicatissima manovra di atterraggio dopo essere entrata nell’atmosfera del Pianeta Rosso appunto sette minuti prima. La NASA ha trasmesso in diretta video streaming l’arrivo della missione su Marte, poi nei prossimi due anni sposterà da remoto il robottino (anzi, robottone) rover che raccoglierà migliaia di dati e informazioni, scattando foto in alta risoluzione che potrebbero raccontarci in modo più approfondito Marte. Qui sopra una foto della sonda, qui sotto la prima foto inviata da Curiosity, che cercherà altri indizi sull’eventuale presenza della vita sul pianeta rosso.
Perché la NASA ha definito la procedura di atterraggio di Curiosity come i “sette minuti del terrore”? La sonda si è impegnata in una manovra molto delicata e elaborata, che avrebbe potuto mandare in fumo miliardi di dollari di spesa e anni di lavoro e di progettazione. Un danno irreparabile in questo momento di crisi, invece tutto è filato liscio. Da un’altitudine di 130 chilometri sono iniziate le procedure, con la decelerazione tramite paracadute gigante che ha abbassato la velocità. La sonda si è divisa in due, una prima parte con il compito di aiutare la seconda (con il rover, ossia il robot) a depositarsi in modo soft. La difficoltà era dovuta dalle dimensioni del rover che è passato dall’essere grande quanto una vecchia TV a tubo catodico al passare a una automobile circa e dunque non poteva più affidarsi solo al sistema di airbag o di cuscinetti delle missioni precedenti. Poteva sfracellarsi, invece la sonda è giunta al suolo con successo e ha inviato la prima immagine a bassa qualità, che potete ammirare qui in basso, mostrando la superficie del pianeta rosso in bianco e nero.
Le comunicazioni con il centro di comando a Pasadena in California arrivano con 14 minuti di ritardo, dunque al momento della comunicazione dell’ammartaggio la sonda era già bella posizionata sulla superficie da ben sette minuti. E ora il rover si muoverà in una zona di Marte ancora non pienamente esplorata intorno al cratere Gale per conseguire gli esperimenti del programma Mars Science Laboratory. La sonda era stata lanciata da Cape Canaveral il 26 novembre del 2011.
Intanto la missione attira anche le attenzioni dei produttori di gadget con la gamma Hot Wheels di Mattel che presto diffonderà in commercio una versione ridotta di Curiosity in scala 1:64. Inoltre, sul web sono apparse le istruzioni di montaggio per realizzarne una versione in scala 1:20 anche con i LEGO grazie alla collaborazione nientemeno che uno dei progettisti NASA, Stephen Pakbaz.
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