La torcia più ecologica? Quella alimentata dal calore generato dalla mano: è questa l’idea alla base dell’invenzione della 15enne Ann Makosinski, originaria di Victoria (British Columbia) che le ha permesso di entrare tra i 15 finalisti del concorso Google Science Fair e partecipare così alla premiazione in sede a Mountain View (California). Il vincitore finale riceverà un premio di ben 50.000 dollari e un viaggio alle Isole Galapagos. La sua torcia è composta da un faro LED a basso consumo e da una cella di Peltier (un dispositivo termoelettrico che, semplificando, genera elettricità sfruttando la differenza di temperatura tra i due lati). Nel video qui sopra si può ascoltare il racconto della produzione del dispositivo, scopriamone di più.
La torcia è realizzata a partire da un tubo di alluminio all’interno di un altro tubo in PVC con una zona intagliata per un contatto diretto con la pelle dell’utente che può così scambiare colore con il dispositivo di Peltier. Come si può intuire, la resa della torcia sarà tanto più intensa quanto sarà bassa la temperatura ambientale, visto che il calore del corpo umano è piuttosto costante, dunque in condizione di freddo, la torcia sarà più efficiente. Il costo di produzione di una torcia – artigianalmente costruita – è di 26 dollari, ma si promette di scendere ancora nel costo.
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Jumping Light è l’interessante concept apparso sulle pagine di Yankodesign nel 2010, che si propone come mezzo ideale di fusione tra il fitness e l’ecologia, come? Ve lo spiego con un esempio: dovete salire in soffitta per cercare una scatola, invece che prendere la torcia a pile, saltate un po’ la corda. E cosa c’entra la corda? Semplice, Jumping Light è una speciale corda con impugnature che nascondono una dinamo che accumula energia cinetica in una batteria per poi accendere il faro LED a basso consumo e alta luminosità. Così in un colpo solo si bruciano un po’ di calorie e si ottiene luce pulita.
Allo stesso modo Jumping Light è ideale per chi svolge quotidianamente esercizi fisici a casa: per loro stessa natura sono ripetitivi e comportano uno spostamento di pesi o un movimento, energia che viene dissipata senza poterne catturare nemmeno una goccia. Per fortuna che ci pensano i due designer sudcoreani Hyun Joo Lee & Eu Tteum Lee. La loro Jumping Light sfrutta proprio l’energia cinetica per accumulare carica che poi servirà a accendere il bulbo LED. La rotazione della corda intorno ai manici è la sorgente, un’idea semplice e d’effetto che potrebbe presto entrare in produzione.
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