Ci sono applicazioni per recensire ristoranti, hotel, film, libri e…. persone. Prendi ad esempio Lulu. Che cos’è? Non è nient’altro che un’applicazione che ti permette di giudicare il partner sia sotto il profilo estetico sia sotto quello comportamentale e – senza troppi giri di parole – in merito alle prestazioni offerte. Ma non cadere nel tranello: non è pensato per i maschietti quanto per il gentil sesso. Già, è un software scaricabile su iPhone e su Android che funziona come una sorta di registro nel quale indicare voti, commenti e – come se non bastasse – pure condividere il tutto con i contatti online, un vero e proprio social network tutto al femminile che giudica senza pietà i compagni di vita oppure i compagni occasionali di una notte. Con tanto di nome, cognome e foto. Non c’è più rispetto!
Non ci sono limiti di categoria: è possibile recensire prestazioni, aspetto, charme, comportamento e quant’altro si desidera di qualsiasi uomo incontrato durante la propria vita. Dai fidanzati storici ai ragazzi conosciuti magari in un locale e già ormai inevitabilmente ritornati nell’anonimato la mattina dopo, ma anche colleghi di lavoro e protagonisti di storie più o meno serie. Una volta queste cose erano prerogativa della metà azzurra del cielo, con discorsi da bar farciti (anche con un po’ di fantasia) di particolari dettagliati sulle uscite e soprattutto sui post-uscite. Oggi tutto si è ribaltato e così ecco Lulu.
È stata descritta come l’app perfetta in stile Sex and the City e il problema nasce dal fatto che se le votanti rimangono totalmente anonime, i votati perdono ogni qualsiasi protezione e foto e dettagli vengono spiattellati all’intera platea. Il che male non fa nel caso in cui si avesse ricevuto votazioni positive e entusiaste, ma che può sortire un effetto davvero disastroso in caso di flop e di “insufficienza” totale. Come funziona Lulu? È una sorta di riproposizione in digitale di una chiacchierata tra amiche in cui si racconta pane al pane come si è comportato il compagno.
La homepage è una sorta di collage con una foto del ragazzouomovittima con in primo piano il voto complessivo media delle votazioni “parziali”. Di cosa stiamo parlando? Dei giudizi su particolari come aspetto fisico, primo bacio, senso dell’umorismo e così via. Si può indicare ciò che in lui funziona e ciò che non convince. Si possono lasciare recensioni più approfondite e puntuali e, non per ultimo, si possono scegliere indicazioni specifiche sul “meglio” che può offrire scegliendo da un elenco stile hashtag di Twitter con chicche come #sweettomom (cuore di mamma), #crazyjealous (tremendamente geloso) o l’apprezzatissimo #alwayspays (paga sempre lui). Tutto è ovviamente poi dato in pasto alla community che può visualizzare i profili, partecipare alla votazione e giudicare la recensione stessa. Anche se, insomma, è richiesta quantomeno un’esperienza con lo stesso “utente”.
Ecco i link per scaricare l’app per iPhone e per Android. Ah, nemmeno a dirlo, è gratis.