Google potrebbe comprare WhatsApp per una cifra record di 1 miliardo di euro. È quanto riportato da fonti americane e si è subito scatenata la schiera di analisti per quanto riguarda l’effettiva utilità dell’operazione. Si propende a credere che Mountain View voglia assicurarsi WhatsApp come strumento per diffondere capillarmente i servizi legati a Google + come Google Hangouts (videochiamate) oltre a Google Chat e Google Voice per chat e chiamate andando così anche a contrastare Facebook Home, la nuova subpiattaforma per Android che porterà il social network e la sua chat in primissimo piano sui Google-fonini. Una risposta di tutto rispetto, che potrebbe portare una succulenta novità per gli utenti di WA: l’azzeramento del canone d’abbonamento, per altro piuttosto ridotto, di 89 centesimi di euro all’anno.
Anche WhatsApp per iPhone diventa infatti a pagamento e costerà 89 centesimi di euro all’anno con un abbonamento in linea con quanto già applicato con Android, Windows Phone e Blackberry. Finita la pacchia: anche la versione per iOS – ossia il sistema operativo di Apple – non beneficerà più del pagamento una tantum, ma richiederà dunque l’adeguamento con la strategia degli altri sistemi operativi. Manca l’ufficialità, ma l’indiscrezione arriva nientemeno che dal CEO e co-fondatore della società ossia Jan Koum, in occasione di una recente intervista. Quando sarà ufficiale non ci è ancora dato saperlo, ma di certo potrebbe giungere notizia molto presto. Sembra implicito che chi ha pagato l’applicazione da meno di 12 mesi vedrà decorrere il count-down fino alla scadenza naturale prima di dover nuovamente versare gli 89 centesimi.
Whatsapp a pagamento è come il canone RAI
Scoprire della natura di Whatsapp a pagamento è un po’ come stupirsi di fronte all’acqua calda che bolle, ma allo stesso tempo tira fuori il peggio dai possessori di smartphone. Come è ben noto – anzi, non proprio così noto visto che si deve regolarmente ricordarlo – la gratuità del software per Android dura un anno solo, poi si deve pagare. Quanto? 79 centesimi di euro, meno di un caffé, una somma più che accettabile se si pensa a quanto si è risparmiato in SMS. Eppure basta leggere gli ultimi commenti su Google Play (il mercato di applicazioni di Android) per incontrare frasi emblematiche come “Whatsapp a pagamento è come il canone RAI” ossia una tassa inaccettabile e non in linea col servizio offerto, un fastidio. Per 79 centesimi? Tuttavia c’è chi fa giustamente notare: “Perché i possessori di iPhone pagano una tantum e noi no?”: questo è altrettanto vero, anche se potrebbero esserci presto novità in tal senso (Aggiornamento: siamo stati facili profeti). Quali soluzioni per gli irriducibili polemici? Ci sono diverse alternative.
Possiamo infatti citare ChatOn di Samsung oppure Facebook Messenger, l’app ufficiale del social network o ancora proposte esotiche come la cinese WeChat, ma è difficile staccarsi dalla comodità e dall’estesissima platea di WhatsApp. E la comodità, obiettivamente, può valere una spesa folle di 79 centesimi. Facciamo un passo indietro: in questi giorni – o meglio dire in queste settimane se non in questi mesi – stanno girando vorticosamente voci su un possibile cambio di politica degli sviluppatori del popolarissimo client per la messaggistica e per lo scambio di file da smartphone a smartphone di qualsiasi sistema operativo. Sono due le tesi. La prima è quella che dà per certo il pagamento di un abbonamento annuale, su Android, pari a circa un euro/dollaro per un anno. La seconda, di addirittura un centesimo a messaggio. Ebbene se la credibilità della seconda muore sul nascere, sulla prima c’è semplicemente da commentare: non è un qualcosa che potrebbe avvenire perché è già così. Whatsapp per Android è gratuito solo il primo anno, poi è a pagamento.
Che poi, parliamo chiaro, definirlo a pagamento è corretto ma non spiega quanto questa somma sia piuttosto abbordabile visto che si parla di un dollaro o di 0.79 euro per l’uso per l’intero anno successivo. Insomma, si dovrà pagare per continuare a usarlo, questo è vero, ma quanto si pagherebbero 4-5 SMS. Dunque tutte le voci spesso anche esageratamente scandalizzate non trovano senso perché sono dovute a una mancata lettura del regolamento dell’applicazione. Rispondendo alla domanda: Whatsapp per Android sarà a pagamento dopo un anno? La risposta è: certo, lo è già.
Discorso diverso per tutte le voci che riguardano eventuali altri pagamenti di servizi che invece rimarranno gratuiti. Si sentono addirittura indiscrezioni su un possibile pagamento per ogni singolo messaggio inviato, pari a un centesimo di euro. Notizia infondata e obiettivamente poco credibile così come gli eventuali metodi per evitare il pagamento annuale (ma poi parliamo di meno di euro, dai) come ad esempio inviare un tot di messaggi pre-impostati a tutti i contatti e altre balle del genere. Non fanno altro che riprendere catene di Sant’Antonio e altre inutilità che prima spadroneggiavano via email e prima ancora via posta cartacea.
E in tutto questo marasma di malinformazione e disinformazione c’è chi ci sguazza, anche giustamente direi. Stiamo parlando di Samsung che coglie abilmente la palla al balzo e propone di scaricare subito il suo servizio ChatOn – appunto – che funziona esattamente come Whatsapp, ma in più non chiede alcun pagamento né subito né dopo un anno. Senza dimenticare le decine di altri servizi simili se non più evoluti e altrettanto gratuiti tra cui Skype regna sovrano incontrastato.
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