Il Bosone di Higgs esiste davvero: la conferma della scoperta della cosiddetta Particella di Dio è stata ribadita in occasione del convegno di Fisica Nucleare in svolgimento a La Thuile in Val d’Aosta. C’è un pizzico di Italia in un esperimento che sarà ricordato nella storia della fisica dato che era da 48 anni che si prevedeva la scoperta di questa particella che viene chiamata “Di Dio” perché è una sorta di punto di partenza, di fondamenta, grazie alla quale tutto ha massa. Gli esperimenti Cms sono stati coordinati dallo scienziato americano Joseph Incandela dalla Atlas a cui capo troviamo l’Italiana Fabiola Gianotti. Vi rimandiamo alla lunga intervista che la fisica sperimentale Serena Psoroulas ci ha concesso per spiegarci in modo semplice la particella.
Ricordate l’annuncio della velocità misurata di un fascio di neutrini dal Cern ai laboratori del Gran Sasso, che superò addirittura quella della luce? Poi si risolse con un nulla di fatto dato che era avvenuto un errore durante le misurazioni. Ma la conferenza stampa di questa mattina, con l’annuncio della scoperta del Bosone di Higgs non dovrebbe avere strascichi se non positivi. Il margine di errore è infatti vicino allo zero: è stato stimato che la particella di Dio abbia dimensioni tra i 125 e 126 miliardi di elettronvolt (GeV), una misura infinitamente piccola dato che è tra le 125 e le 126 volte più piccola di quella di un protone nel nucleo di un atomo.
Lo scorso luglio il direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci, ha infatti commentato affermando che “Nel 2011 avevamo annunciato che avremmo scoperto il Bosone di Higgs oppure avremmo escluso l’esistenza del Modello Standard e dunque di una particella nuova“. Finora solo ipotizzata a livello teorico, la particella di Dio è stata finalmente osservata e fornisce così la determinante prova mancante del Modello Standard, ossia la teoria che descrive le particelle elementari (e il modo in cui acquistano massa) e le loro interazioni. Alla presentazione di Ginevra era presente anche Peter Higgs che diede il nome alla particella e la commozione sul suo volto era evidente al momento dell’annuncio.
È una scoperta di un’importanza epocale visto che confermerebbe dunque il Modello Standard. Il Bosone osservato è quello più pesante mai rilevato e sarebbe proprio il protagonista del cosiddetto campo di Higgs – come portatore di forza – che permeerebbe l’universo e conferirebbe massa alle particelle elementari tramite rottura spontanea di simmetria dei campi elettrodebole e fermionico.
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