Il nuovo robot transformer può modificare la propria struttura dalla forma quasi umanoide a una vettura (biposto, tra l’altro) che può essere radiocomandata, in pochi secondi. Ma il particolare più interessante è che è stato completamente ottenuto con una stampante 3D grazie al lavoro del team Brave Robotics. La sua “scheda tecnica” è paragonabile a quella di uno smartphone grazie a una fotocamera, un modulo Wi-Fi e una buona dose di sensori. Può lanciare freccette e illuminare una serie di piccole luci. L’ultima versione è la 7.2 ed è stata costruita e progettata in casa in oltre dieci anni di lavoro e rifinita grazie anche alle moderne stampanti tridimensionali Brave Robotics. Il prezzo? Pesante: 25.000 dollari. Ma con le stampanti 3D si possono ottenere anche piccole meraviglie come quelle che vi attendono dopo il salto.
L’automobile da corsa che potete ammirare nella foto qui sopra è larga 100 µm ossia circa quattro volte lo spessore di un capello umano ed è stata creata in appena quattro minuti. Come? Con una specialissima nano-stampante 3D ossia su una stampante 3D che utilizza materiale plastico simile a resina modellandola però con un raggio laser ad alta precisione. E soprattutto ad alta velocità visto che per sovrapporre le decine di strati necessari per l’auto da corsa è stato speso un tempo decisamente basso. Dopo il salto vi aspetta un video che mostra questa tecnologia in azione.
L’automobilina da F1 con la sua larghezza di appena 100 µm è stata realizzata non negli USA ma in Europa più precisamente alla Vienna University of Technology grazie a una “nanoscale 3D printer” ossia una speciale stampante 3D che agisce grazie alle nanotecnologie. La differenza rispetto a una stampante 3D tradizionale è che pur utilizzando resina, sfrutta un laser per modellare il materiale.
Il raggio laser è altrettanto sottile, una “lama” quasi impercettibile che permette di agire a livello microscopico sulla resina: solo due fotoni alla volta sono assorbiti dal materiale, una volta centrato dal raggio laser. Questa capacità rende la nano-stampante in grado di dedicarsi a particolari incredibili, date un’occhiata all’abitacolo, all’alettone posteriore ondulato o ancora agli pneumatici. Pazzesco.
L’Università viennese non si è limitata a realizzare oggetti come automobili ma si è spinta anche verso vere e proprie opere d’arte in miniatura come Tower Bridge di Londra, ricreato fin nel minimo dettaglio. Questa stampante 3D però avrà un futuro che ovviamente non si dedicherà unicamente a queste dimostrazioni, ma potrà rivoluzionare i processi produttivi di componenti elettronici.
Stampanti 3D che agiscono a livello microscopico come queste potrebbero ritornare utili se non indispensabili verso la creazione di computer sempre più piccoli con nanocomponenti invisibili all’occhio umano. Inoltre potranno servire in ambiti specifici come quello medico: potranno realizzare “pezzi di ricambio” personalizzati per il paziente, che poi i chirurghi potranno impiantare in zone molto delicate. Le nanotecnologie saranno un dei trend di questo secolo e la nano-stampante 3D potrebbe rivestire un ruolo fondamentale per il progresso di questo settore.
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