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Apple e Google strane alleate: cartello per i brevetti Kodak

Apple e Google strane alleate nella corsa all’acquisizione dei brevetti Kodak: i due colossi della Silicon Valley starebbero infatti organizzando un vero e proprio cartello per non pestarsi i piedi e allo stesso tempo per far fuori i rivali che anelano alle proprietà intellettuali del gigante decaduto della fotografia. L’offerta di 500 milioni di dollari è infatti da un lato alta abbastanza per dissuadere altre società a partecipare all’asta, ma allo stesso tempo dall’altro lato è basso il necessario affinché Cupertino e Mountain View non lottino a sangue spremendo più del dovuto l’asta per i preziosi brevetti sulla fotografia digitale. I due leoni della savana, insomma, si avventano sulla carcassa mandando via iene e avvoltoi, spartendosela in parti uguali e senza scannarsi.

Troppo basse le offerte di Agosto per i brevetti di Kodak, la cui amministrazione controllata (dopo il fallimento) sperava di ricavare un tesoretto e invece all’apertura per l’acquisto non si sono schiodate dal 10% del valore sperato. Si contava infatti di raccogliere almeno 2 miliardi di dollari e invece il totale delle offerte non si è mosso da un valore compreso tra i 150 e i 200 milioni di dollari. In testa alle due fazioni contrapposte per l’assalto ai brevetti erano già in prima linea Apple e Google. Sarebbero fondamentali i 1100 brevetti di Kodak per dare una nuova propulsione alle due società americane, in ambito fotografico ovviamente.
 
Intanto, Kodak e FOWA NITAL si sono accordate per un importante accordo, una partnership che si dedicherà alla distribuzione e all’importazione dei prodotti drylab e delle soluzioni per il retail. E’ questo quanto traspare dall’annuncio dell’incontro avvenuto ieri a Milano al quale eravamo presenti. La scelta di Kodak, che ha annunciato la bancarotta lo scorso gennaio, è caduta sull’esperto Gruppo Fowa Nital, che è dietro la distribuzione di brand di successo come ovviamente Nikon. Si è trovata dunque la soluzione per la distribuzione dei prodotti Kodak Consumer, che da subito dopo l’annuncio del fallimento della società erano rimasti come sospesi in cerca di una chiarificazione sul futuro. L’accordo sarà reso operativo già dal 2 luglio prossimo e riguarderà anche le attrezzature Kodak Picture Kiosk, Drylab Kodak Apex.

Sarà inoltre supportato anche il commercio di pellicole tradizionali, carta e chimica fotografica in tutte le declinazioni possibili per la stampa di immagini e le batterie che si dedicano a qualsiasi target. Non rientrano in questo accordo apparecchiature non strettamente legate alla fotografia come ad esempio le stampanti all-in-one consumer inkjet (che includono anche scannere e fotocopiatrice) e inchiostri correlati. Insomma, un accordo che riguarda certo i consumatori ma più ancora i punti vendita. E pensare che ieri le voci erano ben più clamorose perché si ipotizzava addirittura un acquisto di Kodak da parte di Nikon.
 
Sarebbe stato un vero e proprio colpo di scena nel modo fotografico dato che la società giapponese fondata nel 1917 avrebbe potuto mettere le mani sull’azienda americana rilevandone ovviamente il brand, i brevetti e le proprietà intellettuali. Kodak era andata in bancarotta lo scorso gennaio e finora era riuscita a galleggiare grazie a un prestito di 950 milioni di dollari come garanzia per il futuro arrivato dal colosso bancario Citigroup. Ma sin da subito si era ipotizzato che qualche grande nome si sarebbe potuto muovere per sfruttare l’occasione e accaparrarsi uno dei brand più prestigiosi dell’intero panorama fotografico mondiale.
 
Così ovviamente non è stato e se saranno dismesse per sempre le gamme fotografiche e videofotografiche della società americana, continuerà (come promesso) il supporto dei prodotti extra-fotografici, l’assistenza ai clienti e la fornitura. Rimane comunque in ballo la possibilità che Kodak possa seguire le orme di Polaroid e di ritornare in vita con gadget e dispositivi in futuro. D’altra parte abbiamo visto addirittura tablet e smartphone marchiati Polaroid, non ci sarebbe da stupirsi troppo.

Diego Barbera

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