Elezioni USA: facilissimo hackerare le votazioni elettroniche [VIDEO]

Oggi 6 Novembre è il grande giorno delle Elezioni USA che decreteranno chi sarà il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America tra l’attuale numero uno Barack Obama (Democratici) oppure lo sfidante Mitt Romney (Repubblicani). Come ben si sa il sistema di votazioni cambia da stato a stato, ma è piuttosto diffuso il sistema elettronico, che si basa su un macchinario dotato di schermo touchscreen sul quale digitare la propria scelta. Tuttavia, se già sulle votazioni cartacee si nutrono dubbi sull’effettiva sicurezza, con il contraltare tecnologico ne escono fuori di freschissimi: come dimostrato da un team di professionisti universitari, è piuttosto semplice aggirare le barriere e compromettere le votazioni.

È ancora fresca la ferita dello scandalo del conteggio dei voti in Florida per Al Gore contro George W. Bush e il timore è che anche nel 2012 le Elezioni presidenziali americane vedranno un drammatico testa a testa fino all’ultima scheda tra il presidente uscente Barack Obama e lo sfidante Mitt Romney. Ebbene, in questo scenario così delicato c’è da sperare che quantomeno venga rispettato l’effettivo volere del popolo, ma i rischi che si incappi in possibili manipolazioni sono realistici. Lo afferma Roger Johnston a capo del Vulnerability Assessment Team presso l’Argonne National Laboratory, che appunto si dedica alla sicurezza informatica.
 
Il macchinario Diebold Accuvote-TSX sarà utilizzato in 20 stati per 26 milioni di votanti mentre Sequoia AVC Voting Machine coinvolgerà quattro stati e 9 milioni di americani. Entrambe le macchine, secondo Johnston, possono essere facilmente hackate anche potenzialmente da un ragazzino o da un ottuagenario. Come? Basterebbe un microprocessore o un chip elettronico – in generale – dal basso costo per poter controllare a distanza il sistema, interferendo con il voto. Ecco il documento con la spiegazione tecnica, in buona sostanza è possibile andare a effettuare una “deviazione” tattica dell’input.
 
Se ad esempio si deve far vincere A, allora quando si voterà B sarà in realtà apposto un voto su A, mentre quando si selezionerà A la macchina non sarà toccata dal sistema. Ma come è possibile che sia così semplice? La risposta è altrettanto (drammaticamente lineare): i macchinari non sono criptati e così i dati possono essere liberamente “ascoltati” o captati con componenti di basso costo dato che non si dovrà decifrare alcunché. “Bastano le conoscenze di un appassionato di informatica, nemmeno di un professionista“, denunciano i ricercatori del Team. Di più: basta una spesa di 10 dollari presso un qualsiasi rivenditore hitech per il chip “spia” da impiantare nel macchinario da un potenziale complice al momento del voto o all’interno del personale del seggio. Con il doppio della spesa si può optare per un componente più performante in grado di hackare da fino circa un chilometro di distanza. E come se non bastasse, su eBay è possibile acquistare macchinari per il voto usati così da “allenarsi” più facilmente a pensare sistemi più raffinati, efficienti e economici.

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