E’ già in orbita la seconda coppia di satelliti del sistema di navigazione satellitare europeo Galileo che sta andando a completare una costellazione che conterà su 30 satelliti in tutto dei quali 27 operativi e 3 che serviranno da riserva. Il progetto Galileo si completerà nel 2014 grazie alla propulsione della Commissione europea e Agenzia spaziale europea (Esa), come alternativa al GPS ormai necessariamente aggiornabile. I due satelliti, come in occasione del primo lancio dello scorso ottobre 2011, sono stati lanciati tramite il razzo vettore russo Soyuz ST-B. Si è partiti dalla base equatoriale di Kourou, nella Guyana francese.
Erano decollati a ottobre 2011 i primi due satelliti Galileo che andranno a comporre una costellazione che rivaleggerà con i ben più famosi GPS all’insegna dell’innovazione europea (e italiana). Dalla rampa di lancio in Guynea Francese (Sud America), il razzo Soyuz ha dato il via alla fase operativa del progetto, con il lancio alle ore 12.34 di giovedì 20 ottobre 2011. Successivamente, a varie ondate, saranno messi in orbita gli altri 28 satelliti che andranno a completare il sistema. In occasione del primo lancio era tra l’altro anche la prima volta che il razzo vettore russo veniva utilizzato nello storico complesso sudamericano.
E’ da anni che si parla del progetto Galileo e in questa settimana sono stati lanciati i nuovi due satelliti grazie al razzo Soyuz, che eravamo abituati a veder decollare dal cosmodromo di Baykonur e Plesesk, ad esempio con a bordo gli astronauti dell’ESA come Paolo Nespoli. Invece si è partiti da Kourou nella Guyana Francese (posizione ideale in quanto in prossimità dell’Equatore) in mezzo alla foresta Amazzonica, a compimento (seppur parziale, iniziale) di un progetto inaugurato nel 1998 e più volte zoppicante. Ne saranno lanciati in totale 30 di cui 27 saranno operativi e 3 fungeranno da riserva.
Saranno lanciati tutti entro la fine del 2014 e saranno prodotti inizialmente dalla società Eads-Astrium con la Thales Alenia Space e successivamente dai tedeschi di Ohb. C’è già un po’ di Italia in orbita, a bordo, (dopo il progetto Cosmo SkyMed) grazie all’orologio Selex atomico che sembra essere il più preciso mai realizzato per lo spazio. Aspettiamo con ansia il completamento dei lanci, sperando che tutte le prossime missioni vadano a buon fine.
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