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Bruce Willis fa causa a Apple per iTunes? Una bufala

Il nuovo nemico di Apple? Uno dei suoi clienti più fidati, l’attore americano Bruce Willis. L’ex-marito di Demi Moore ha infatti (ri)sollevato un polverone in merito agli mp3 scaricati da iTunes: “E’ impossibile per me lasciare in eredità alle mie figlie la mia ingente collezione di mp3 regolarmente acquistata da iTunes sui miei tanti e tanti iPod, perché?“. Insomma, la questione è quella ormai nota della proprietà del bene scaricato, che in realtà non si acquista come si può acquistare un CD oppure come si compravano le audiocassette, ma che in realtà si noleggiavano a lungo termine. Ovviamente, una volta passato a miglior vita il buon Bruce lascerà tutto il suo parco tecnologico agli eredi, ma nella pratica questo sarebbe “illegale”.
AGGIORNAMENTO: la notizia riportata da fior di quotidiani americani è in realtà una bufala, come confermato su Twitter dalla moglie Emma Heming, dopo il salto il riassunto delle voci sulla vicenda.

Bruce Willis ha sollevato una questione che per suo stesso interesse avrebbe fatto meglio a lasciar nascosta. E’ ovvio che al momento di un trapasso i dispositivi tecnologici possono rimanere in famiglia oppure essere rivenduti: nel caso in cui non si proceda all’eliminazione del contenuto, questo rimane disponibile per l’utente. Nel caso specifico di un iPod, questo dovrà però essere sincronizzato tramite iTunes e dunque sarà strettamente legato all’utenza del proprietario al momento dei download. Questione risolta passando le credenziali d’accesso? Sì, ma non nel modo legale e legittimo.
 
E così Bruce Willis, che voleva già mettere tutto nero su bianco, si è domandato: “Perché se acquisto un CD questo diventa mio, mentre le migliaia di file mp3 dei quali ho effettuato il download da iTunes rimangono proprietà di Apple?“. Perché è quanto firmato e sottoscritto al momento del primo download stesso, accettando le regolamentazioni del portale musicali (i Termini e Condizioni). Nella pratica, gli mp3 sono noleggiati dall’utente a lungo termine ossia sino alla sua “dipartita” e non sono cedibili a terzi. Nessuna possibilità, dunque, di passare le canzoni alle figlie Rumer (24 anni), Scout (20) e Tallulah (18).
 
Questa querelle potrebbe in realtà portare a un eventuale caso in tribunale per permettere agli utenti che hanno scaricato musica dai portali musicali (non solo iTunes, infatti, ma anche ad esempio Amazon funziona così) di avere la libertà di far ciò che desiderano dei file. Di sicuro non sarà un nuovo caso come quello contro Samsung che sta infiammando gli USA (e non solo), ma potrebbe comunque essere un “problema” che interesserebbe milioni di persone in tutto il mondo. Lo chiameranno “caso Willis?”.

Diego Barbera

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