Il display più sottile al mondo è anche il meno scontato e il più particolare che si poteva pensare perché i ricercatori dell’Università di Tokyo insieme a quelli dell’Università di Tsukuba e alla Carnegie Mellon University hanno sfruttato le strutture delle bolle di sapone. La sostanza utilizzata non è propriamente di acqua e, appunto, sapone come quelle che si formano con le divertenti sculture tanto amate dai bambini. E’ invece una miscela cosiddetta colloidale ossia formata anche da zucchero, glicerina e anche latte. Questo mix si è infatti dimostrato essere il supporto ideale per riprodurre immagini sotto forma di texture realizzate con vibrazioni ultrasoniche. Il tutto è spiegato nel video che possiamo ammirare qui sopra e che racconta come si è arrivati a questo tipo particolarissimo di display trasparente e ultra-sottile.
Onore dunque al progetto ottenuto dalle Università di Tokyo, Tsukuba e Carnegie Mellon che hanno sfruttato la membrana trasparente di una simil bolla di sapone creando immagini riflesse sullo schermo “bidirectional reflectance distribution function” alias BRDF che possono essere controllate con onde ultrasoniche. Ovviamente a seconda delle lunghezze d’onda si possono creare texture differenti e dunque differenti immagini. Ma che cosa si intende con texture? Si intende proprio una sorta di proprietà tridimensionale che va a riprodurre anche la superficie di un determinato oggetto riprodotto.
Il Dr. Alexis Oyama della Carnegie Mellon University, spiega: “Ad esempio, un’ala di farfalla può riflettere e una palla di biliardo può essere levigata, il nostro schermo trasparente può cambiare il riflesso in tempo reale per mostrare differenti texture“. La miscela colloidale ottenuta aggiunge ad acqua e sapone anche zucchero, glicerina e anche latte che conferiscono alla bolla una maggiore resistenza. Per ragioni puramente di qualità visiva non si utilizzano vere e proprie bolle sferiche quanto appunto membrane piatte, proprio come gli schermi tradizionali.
Ma perché è stato usato un sistema ultrasonico? Perché per sua natura una bolla di sapone è trasparente e dunque non è in grado di trattenere luce e dunque mostrare immagini. Opacizzando la membrana colloidale con vibrazioni ad altissima frequenza si modifica la tensione superficiale e si prepara il terreno alla proiezione. Gli sviluppi pratici di questa tecnologia sono presto detti: ponendo diverse membrane l’una dietro l’altra sarà possibile riprodurre una profondità di campo e dunque aprire la strada a ologrammi di grande qualità, ad esempio per scopi commerciali e pubblicitari.
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