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Categories: SkypeVoIP

Chiamare con Skype costa 15 anni di carcere in Etiopia

Effettuare chiamate con i software VoIP più diffusi al mondo come ad esempio Skype o Google Voice è una pratica piuttosto comune e diffusa in tutto il mondo. Il motivo è semplice: soprattutto per chiamate internazionali il risparmio è notevole visto che si paga anche meno di quanto costi una telefonata da fisso a fisso all’interno della propria nazione. Molti utenti lo utilizzano anche per chiamate nazionali. In Etiopia, però, se si venisse scoperti utilizzare Skype, Google Voice o qualsiasi altro software VoIP, si rischierebbero ben 15 anni di carcere dato che la nuova legislazione approvata recentemente ha di fatto vietato questi utilizzatissimi servizi. Il motivo non riguarda ragioni di sicurezza o qualsiasi altra motivazione tecnica quanto un comportamento davvero poco ragguardevole dello stato stesso.

Skype e simili utilizzano il web per il consentire chiamate a prezzi stracciati verso numeri di rete fissa (verso cellulari le tariffe sono decisamente più costose) da qualsiasi parte del mondo. O, volendo, anche verso telefoni nazionali. Il costo della chiamata è infatti fisso per le chiamate in entrata e non in uscita: significa che il costo riguarda il paese a prescindere dalla nazionalità del chiamante. Nel caso specifico dell’Etiopia, ad esempio, si parla di 44.9 centesimi di euro al minuto, che è un costo altissimo se confrontato con l’Europa con l’Italia che si attesta sugli 1.9 centesimi di euro al minuto.
 
Il costo per Skype in Etiopia potrebbe aumentare ancora dato che facilmente pochissimi etiopi effettueranno chiamate interne visto il pericolo che incombe. Il nuovo ordinamento prevede una pena severa per chi utilizza servizi di VoIP per chiamate interne con una detenzione fino a 15 anni, come raccontato da Al Jazeera. Perché questo accanimento contro Skype, Google Voice e compagnia bella? Semplice, per favorire la telecom locale ossia Ethio Teleco che necessita di una spinta e una bella propulsione per aumentare l’audience. Peccato che in questo modo si caschi in una concorrenza sleale davvero inaccettabile.
 
Ostacolando qualsiasi rivale, soprattutto quelli molto competitivi internazionali, Ethio Teleco punta a controllare l’intero traffico voce e dati del paese. Non soltanto le chiamate ma anche le videochat, i servizi di posta elettronica, lo sfruttamento dei social network e applicativi proprietari. Non è escluso l’utilizzo di equipaggiamento per “spiare” e controllare l’uso del web da parte degli utenti etiopi e così smascherare subito l’uso di software dichiarato illegale. Una brutta storia.

Diego Barbera

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Diego Barbera

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