I servizi che offrono fan a pagamento sono piuttosto diffusi da qualche anno, ma sembra che solo in questi ultimi giorni il fenomeno sia uscito allo scoperto in modo importante, grazie all’interessamento degli organi di stampa. Ad ogni modo, il trend ha coinvolto in modo pesante anche l’Italia con denunce di noti imprenditori che hanno dichiarato che oltre la metà dei followers su Twitter e dei fan su Facebook, che hanno cliccato su Mi Piace alle pagine ufficiali sono “fake” o meglio dire sono parte di una sorta di pacchetto tutto incluso. Il festival dell’apparenza, insomma, come la considerazione della laurea come un pezzo di carta da esporre: il paragone ci sta, l’azienda punta molto sui grossi numeri dei contatori sociali come biglietto da visita. Poi è tutto falso, ma non importa, anche se le controindicazioni sono evidenti.
Cercare di accorpare fan su Facebook e followers su Twitter nel modo tradizionale è piuttosto lungo e laborioso, serve una presenza fissa e importante sui social network per creare la giusta interazione e ovviamente si devono pubblicare interventi, foto, stimolare il dibattito. Insomma è un lavoraccio che ha per altro anche creato nuovi posti di lavoro come specialisti di pagine sociali di società o enti. Ma c’è una scorciatoia ben più semplice e diretta, che con una spesa minima consente di saltare a piè pari mesi e mesi di clic e digitazioni sulla tastiera oltre che a una presenza pressoché costante online.
Prendete ad esempio Seoclercs.com, è uno dei tanti siti che con una spesa inferiore ai 30 euro garantisce migliaia e migliaia di followers su Twitter e di fan su Facebook. Si parla di circa 30 dollari per 6.000 like su Facebook e le quote diminuiscono in modo costante – in proporzione – più aumentano le persone “fasulle” da aggiungere al conteggio totale. Ma come funzionano questi servizi? Un programma genera profili fasulli che non servono altro che fare massa e aumentare il numero di fan. Altri siti come Letusfollow.com e Growfollowers.com raccolgono invece adesioni di persone vere che si mettono a disposizione come fan e followers in cambio, a loro volta, di un seguito di altre persone parte del sistema.
Questa pratica sempre più diffusa ha diverse controindicazioni. La prima è che ovviamente si tratta soltanto di un numero in apparenza e di facciata, dunque non ci sarà particolare attività sulle pagine di questi compratori di followers e di fan. La seconda è che l’attività frenetica dei bot generatori di profili fasulli è in parte responsabile dei dubbi sull’effettivo numero di persone reali che popolano i grandi social network come Facebook (a quota 900 milioni) ma soprattutto di Twitter (500 milioni) che consente un’iscrizione ancora più semplice e immediata. E se Facebook e Twitter fossero nati negli anni ’80 e ’90? Sarebbero stati così.