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Scanner scopre il Leonardo perduto della Battaglia di Anghiari

Dietro l’affresco La battaglia di Marciano di Giorgio Vasari è probabilmente nascosto un lavoro di Leonardo da Vinci creduto ormai perso, La battaglia di Anghiari. Parola di uno scanner di ultima generazione che ha “visto” un pigmento nero poi prelevato dal muro del salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze. Il pigmento è stato poi analizzato da un microscopio a scansione elettronica con spettroscopia a raggi X a dispersione di energia (SEM-EDX) scoprendolo del tutto simile a uno utilizzato in tele come la Gioconda. Sembra la trama di un romanzo d’azione a sfondo storico e artistico invece è la storia che sta appassionando oggi la rete, grazie ai numerosi articoli che stanno rimbalzando sui social network. Su Twitter il trend “Battaglia di Anghiari” e “Vasari” stanno rapidamente scalando la top ten italiana. Come è avvenuta la scoperta e con che strumenti?

Per prima cosa si è seguita l’indicazione nascosta dallo stesso Vasari nell’affresco. Osservando la foto in alto (nel riquadro in alto a destra) è possibile dare un’occhiata all’ingrandimento di una porzione della Battaglia. Si può leggere “Cerca Trova“. E’ il primo indizio che ha portato gli storici a ipotizzare che dietro all’affresco si trovasse qualcosa di celato. Non tanto un pentimento, ossia un affresco sottostante e coperto, quanto proprio un’altra opera d’arte, protetta da un muro secondario. Il lato con l’affresco è l’unico con un muro doppio. Ma quale opera si nasconde dietro?
 
Per saperlo con certezza si dovrebbe scomporre il muro con l’affresco di Vasari ma per ovvi motivi è impossibile. Così si è passati da alcuni microscopici punti in cui c’è deterioramento per non intaccare e rovinare il lavoro. In un’intercapedine di 1.5 cm scovata grazie a uno scanner ad altissima risoluzione, è stata infilata una piccola sonda endoscopica (come quelle utilizzate per esami all’interno del corpo) e si è raccolto un frammento di pigmento di manganese e cristallo di lacca chiamato cocciopesto. Ebbene, è lo stesso utilizzato da Leonardo da Vinci in dipinti come La Gioconda o San Giovanni Battista. In più è stato trovato un altro pigmento rosso esterno all’affresco del Vasari e alla composizione dei mattoni del muro.
 
Dunque, si potrebbe nascondere proprio un Leonardo dietro il Vasari con le due battaglie una sopra l’altra, il “Marciano” a coprire “Anghiari”. La scoperta è merito di un lavoro congiunto della National Geographic Society e del Center of Interdisciplinary Science for Art, Architecture and Archaeology (CISA3) della University of California, San Diego’s (UCSD) e il Comune di Firenze che ha coordinato il progetto. E’ una notizia straordinaria perché si credeva che l’opera di Leonardo fosse andata persa nel XVI secolo.
 
La tecnologia ha potuto iniziare un discorso che probabilmente aiuterà anche a proseguire. Si potrà infatti pensare a un modo non invasivo e non distruttivo per cercare di studiare meglio l’affresco sottostante (prima di tutto capendo se è presente al 100% e in che condizioni) e provare a dividere un’opera da un’altra, grazie ai moderni strumenti. Non sarà facile, ma il primo passo è stato fatto. Un prodigio di tecnologia del quale il grande Leonardo sarebbe stato piuttosto fiero.

Diego Barbera

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