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La password di Facebook in cambio dell’assunzione, negli USA

Incredibile trend che arriva dagli Stati Uniti. Secondo quanto raccontato dagli organi di stampa americani sempre più aziende e società richiedono espressamente di conoscere la password personale di Facebook dei propri candidati dipendenti. Senza password l’assunzione diventa impossibile, perché queste società vogliono essere sicure di chi si trovano di fronte e di chi accoglieranno presso i propri uffici. Una situazione che non è solo una violazione della privacy, ma anche un’umiliazione per chi cerca lavoro, che sta facendo discutere la rete. E si spera che non arrivi anche da noi.

Secondo quanto raccontano le fonti americane, è ormai diventata pratica comune chiedere la password durante il colloquio o comunque come requisito necessario e sufficiente affinché il curriculum venga quantomeno preso in considerazione. D’altra parte (mediamente) la propria pagina di Facebook racconta buona parte della vita, delle passioni e della vera natura di una persona connessa al web. Ovviamente non vale per tutti. La domanda che rimane è però: non basta visualizzare la pagina così come un altro normale utente?
 
A quanto pare no, le società vogliono essere sicure di poter aver accesso a tutte le informazioni che altrimenti, per i comandi e le impostazioni sulla privacy, possono essere nascoste. Come ad esempio determinate foto, aggiornamenti di stato, appartenenza a pagine e gruppi e così via. Ma così facendo si avrà anche accesso alla messaggistica personale e a una serie di informazioni che sono private. E’ una violazione assurda e intollerabile che va contro la dignità di una persona.
 
Ovviamente non è solo la password di Facebook a essere richiesta, ma anche tutte le altre degli altri social network come Twitter, LinkedIn, MySpace, ecc… Orin Kerr della George Washington University è uno dei primi personaggi pubblici a denunciare questa pratica “E’ come chiedere di consegnare le chiavi di casa“. Una violazione che rende la richiesta di amicizia chiesta dal proprio capo una quisquilia. Alcune società farebbero collegare appositamente il candidato a un computer interno proprio per questo scopo.
 
Altre, come le società impegnate nel settore della sicurezza, chiederebbero la password in modo da conoscere le persone alle quali affidare spesso armi e un certo controllo in situazioni delicate. E così è sempre più comune la prassi di ripulire per bene il proprio profilo e la propria casella di posta elettronica prima di un colloquio, togliendo tutto ciò che potrebbe essere compromettente. Una situazione paradossale.

Diego Barbera

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