I neutrini sono rimasti più veloci della luce per meno di sei mesi. Lo scorso 23 settembre il CERN comunicava una notizia bomba che ha fatto rapidamente il giro del mondo: i neutrini vanno contro i principi della relatività di Einstein. Per una manciata di nanosecondi (60 miliardesimi di secondo, per la precisione), i neutrini sparati dal laboratorio elvetico avevano preceduto l’eventuale “arrivo” teorico di un fascio di luce in un’ipotetica gara di velocità fino alle viscere del Gran Sasso in Abruzzo, in Italia a 720 km di distanza. Oggi arriva la smentita: è stato commesso un piccolo errore nella misurazione, più specificamente nella comunicazione tra il rilevatore GPS, la fibra ottica e il computer utilizzato. Piccolo, sì, ma fondamentale per produrre la non-verità.
In realtà sarebbe da utilizzare a piene mani il condizionale visto che a sua vola anche l’eventuale errore dev’essere verificato e riprodotto. Dunque in questo momento si è passati dai test per confermare la veridicità della misurazione iniziale ai test per verificare l’errore della misurazione. Ma ci sono forti probabilità che la fonte sia proprio un errore della connessione tra cavo in fibra ottica, rilevatore GPS e computer.
Era una notizia potenzialmente sconvolgente, che avrebbe comportato non tanto uno stravolgimento della Teoria della Relatività di Einstein ma un suo ampliamento. Anzi, l’ammissione che era sì valida, ma non in tutti gli ambiti e in tutte le occasioni. Sarebbe stata l’occasione di riscrivere un pezzo di storia della fisica, invece quel piccolo immenso errore tecnico banalissimo, di natura hardware più che software, ha mandato tutto gambe all’aria. Ma gli stessi ricercatori del CERN avevano messo le mani avanti chiedendo prudenza.
Sulla rivista scientifica Science è raccontato tutto, ma non è tardata ad arrivare una nuova richiesta di prudenza da parte dei ricercatori italiani. Antonio Ereditato del Gran Sasso ha infatti dichiarato all’Ansa di attendere prima di scrivere proclami visto che l’errore dev’essere confermato e riprodotto. Visto che si parla di numeri infinitamente bassi, dev’essere tutto preciso e dunque i tecnici del progetto (chiamato Opera) dovranno spendere nuove energie e tempo nella verifica.
Ma come è avvenuto l’errore? I fasci di neutrini sparati erano più lunghi del previsto e così quale “sezione” si sarebbe dovuta scegliere come valida per lo stop al cronometro? Dalla “testa” alla “coda” del fascio i tempi erano differenti e dunque si è scelto di accorciarli. Il segnale GPS era necessario per calcolare la distanza in modo preciso, con un margine massimo di 20 centimetri di tolleranza. La velocità maggiore della luce era osservata in modo costante, ma probabilmente risiedeva nella connessione in fibra ottica. La luce viaggia all’interno più lentamente… della velocità della luce a causa della rifrazione subita. Di conseguenza la luce era meno veloce della luce e dunque i neutrini più veloci. Ma è un’ipotesi ancora preliminare, ne sentiremo parlare a lungo.
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