Google Maps non deve essere gratuito perché così facendo ammazza la concorrenza in modo sleale, mandando sul lastrico gli altri servizi di società di mappe. E’ questo il riassunto della sentenza che arriva dalla Francia, tanto particolare quanto abbastanza pretenziosa nelle fondamenta. Eppure il tribunale di Parigi ha accolto le lamentele della società ovviamente francese Bottin Carto(graphes), che ha puntato il dito contro Mountain View per abuso di posizione dominante. E’ l’ennesimo caso di persecuzione legale nei confronti di Google, che in questo caso potrebbe costare una multa di ben 500.000 euro.
Bottin Carto è una società francese che da tempo offre un servizio di mappatura sia per privati sia per grandi aziende sia per enti pubblici. Sul sito ufficiale si presenta come “Esperta in cartografia e geolocalizzazione, Bottin Carto conduce, sviluppa e commercializza soluzioni à la carte per rispondere ai bisogni in qualsiasi ambito. La chiave del successo è l’ossessione dell’innovazione, l’adeguamento continuo con il nuovo marketing, l’approccio multicanale e una squadra compatta“.
Un’azienda che ha puntato tutto sul settore delle mappe che però rischia di essere fagocitata e travolta dall’ascesa inarrestabile di Google, che ogni servizio che apre lo porta avanti a velocità impensabile per i rivali, grazie a un budget quasi illimitato e ai migliori specialisti del settore. E poi Google Maps è proprio un cavallo di battaglia di Mountain View, che ha capito giustamente da subito che il settore mappe era una pedina fondamentale per il futuro da combinare con tutti gli altri servizi.
Pensate bene a quante volte ormai abbiamo a che fare con le mappe, geolocalizzandoci grazie soprattutto ai nostri smartphone o attraverso la connessione al web: con i social network, cercando informazioni sul web, con software per la navigazione guidata, mentre si fanno acquisti, si organizzano viaggi, si cercano orari e recensioni di musei, ristoranti, hotel, ecc… Un intero mondo che gira intorno alla mappa.
Ma per il tribunale francese questa immensità di servizi offerta a prezzo zero ossia gratis è un motivo valido per accusare il gigante americano di posizione dominante e di concorrenza sleale, visto che i concorrenti non possono contrastarlo dato che offrono gli stessi servizi a pagamento. Ricordiamo che in Francia Google era già stata multata per il caso legato a Google Suggest. E ora si prospetta una nuova battaglia legale anche se al momento Mountain View sta solo valutando la situazione.
Di certo non è la prima volta che Google si vede accusata in questo modo. Recentemente il reato di concorrenza sleale e di abuso di posizione dominante era giunto anche in occasione dell’epurazione dai risultati di ricerca di tutti quei servizi di aggregazione e di confronto di offerte di e-commerce (come Ciao, di Microsoft) oppure per caso più recente di Google Flights. Ma il rullo compressore, seppur minimamente rallentato, non potrà che proseguire nella sua azione.
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