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Jerry Yang lascia Yahoo!, da fondatore a peso morto

Jerry Yang se n’è andato da Yahoo! dopo un interminabile intervallo di tempo in cui molti già lo consideravano lontano migliaia di miglia dagli uffici del motore di ricerca decaduto. Lui, taiwanese naturalizzato americano, aveva fondato il colosso con l’amico David Filo nel 1995 a soli 29 anni diventando miliardario in breve tempo. Poi una carriera da amministratore delegato che sarà ricordata per un evento su tutti, a posteriori definibile come il più disastroso per la storia della società. Stiamo parlando del rifiuto dei 44 miliardi di dollari avanzato da Microsoft per l’acquisto (OPA). Da quel momento, Yahoo! è lentamente scivolato nell’abisso.

Attualmente vale meno di 20 miliardi di dollari, ossia meno della metà dei 44.6 miliardi di dollari che Microsoft aveva offerto per l’acquisto del colosso del web. A poche settimane dall’annuncio dell’arrivo di Scott Thompson – ex numero uno di PayPal – alla guida di Yahoo!, il co-fondatore lascia la nave che ormai l’aveva ammutinato da tempo immemore. E’ l’ennesimo drammatico capitolo della storia di Yahoo! nato come miracolo del web ancora giovane e poi fagocitato da rivali e scelte azzardate.
 
Era il Google degli anni ’90 e dei primi anni 2000, poi è arrivato Google ha sbaragliare la concorrenza e ora Yahoo! come motore di ricerca vale addirittura meno di Bing di Microsoft. Destino bizzarro visto che non solo è stato superato dalla società che voleva acquistarlo per accrescere la presenza nel settore, ma anche da Bing stesso che ormai fornisce la tecnologia di ricerca e di indicizzazione.
 

 
E pensare che il buon Yang aveva avuto idee buone, come ad esempio l’appoggio del colosso cinese Alibaba (del quale possiede il 40%, ne vale 17 miliardi ossia ormai quanto Yahoo stesso) che ora vale come uno dei pochi pali portanti ancora solidi, insieme a Flickr e Yahoo Answers, quando tutto il resto della struttura è decadente e marcia, prossima al crollo. Ma ora si ricorderà come l’uomo che ha rifiutato un’OPA da record, di 44,6 miliardi di dollari. La classica offerta che non si può rifiutare e che invece è stata rispedita al mittente. Ben più rumorosamente del rifiuto dei 6 miliardi di dollari di Google per Groupon.
 
Come preventivabile, dopo l’annuncio delle dimissioni di Jerry Yang, le azioni del portale sono salite del 3%. A proposito di percentuali, attualmente Yang se ne sarà pure andato, ma ne detiene ancora il 3.69 per cento del valore di Yahoo, quasi la metà dell’altro fondatore David Filo (6%). Yahoo! dovrà combattere anche con Facebook non sotto il profilo delle ricerche nemmeno della vita sociale ma nel campo del display advertising dove una volta dominava mentre ora soccombe alla creatura di Mark Zuckerberg con 13.1% vs 17.7%. Insomma, il fondatore lascia facendo contento chi lo considerava un peso morto (peggio, un peso eccessivo) per la società, che però ha poco di cui sorridere per il futuro.

Diego Barbera

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