La via più efficace per proteggere la privacy? Secondo Google è quella della semplicità, con linee guida essenziali e lineari e in generale sfrondando tutto ciò che può produrre confusione e dispersione di attenzione. Delle oltre 60 norme attuali sulla privacy, Google ne produrrà una soltanto, come se si mettessero tutte quelle sorta di leggi dentro un gigantesco mixer per produrre un gran bel frullato leggero, nutriente e digeribile. Un’unica normativa pronta all’uso, comprensibile e semplice, soprattutto un’unificazione di tutti i servizi legati a Mountain View, cercando di accorpare in un unico ambiente tutti i vari spazi.
Con un link in homepage e l’invito a leggere tutte le nuove Norme sulla privacy e i Termini di servizio aggiornati, Google ha promesso l’introduzione e la messa in pratica delle modifiche il prossimo primo marzo 2012, giorno in cui diventeranno effettive. D’altra parte era ormai obbligatorio cercare di unificare e di semplificare la vita ai suoi milioni di utenti che ogni giorno utilizzano i tool.
Parliamo del servizio di posta elettronica Gmail, della griglia di appuntamenti e di reminder di Calendar, di Youtube per visualizzare miliardi di video ogni anno e ovviamente anche del motore di ricerca, ma anche i dati di Analytics, le mappe di Maps e di Earth e non per ultimo il social network Google Plus, che per altro ha finalmente aperto anche agli pseudonimi, finora poco accetti.
La piccola grande rivoluzione della ricerca con l’introduzione di risultati e suggerimenti strettamente personalizzati è notizia dell’altra settimana, questa normativa unificata sulla privacy di Google prosegue in questa direzione, visto che Mountain View cerca anche di accentrare tutta l’esperienza intorno a Plus, come porta d’accesso a tutto il mondo. Ce la farà? Ma soprattutto, sarà una scelta conveniente?
Il tempo ci darà le risposte, nel frattempo non cambierà di una virgola la gestione della privacy online e dunque le barriere non solo troveranno nuovo respiro ma saranno anche rinforzate, lasciando spazio all’utente per andare a scoprire cosa sta condividendo, con chi e in che misura. E nel caso, a modificare queste informazioni, come per altro richiesto anche dall’Unione Europea.
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