La nuova indagine su Facebook rivela che un terzo dei divorzi è causa del social network di Mark Zuckerberg. Gran clamore e eco in tutto il web per questa notizia curiosa e anche buffa, peccato che poi basti leggere chi l’ha condotto per ridimensionare subito l’entità del fenomeno. La fonte di questa indagine è il portale britannico Divorce Online che si dedica a tutte quelle coppie che sono in procinto di separarsi e cercano informazioni oppure dritte pratiche sull’iter legale. Insomma, un’indagine abbastanza inutile.
Secondo il portale britannico Divorce Online, è stato registrato che su un campione di circa 5000 richieste di divorzio pervenute sul sito (che, di fatto, non funge certo da sostitutivo delle istituzioni, quanto da supporto per le stesse), circa un terzo ha come causa Facebook. Il celebre social network sarebbe la principale causa che incrina i rapporti tra i partner e che li porta a separarsi. Si parla ovviamente di tradimenti solo virtuali così come di tradimenti consumati grazie a conoscenze avvenute su Facebook grazie al caso, alla caccia mirata tenendo come riferimento le foto profilo oppure il ritrovamento di vecchie amicizie (o ex-partner) o ancora amici di amici. Insomma, ci sono tanti modi per sfruttare la capacità del social network di sostituire un’agenzia sentimentale.
Come comunicato dallo stesso sito Divorce Online, Facebook è diventato il principale mezzo di comunicazione online, ci si spende ore e ore al giorno (soprattutto in Italia, dove i dati sono tra i più alti in Europa e anche nel mondo) e attraverso il quale si inviano migliaia di messaggi ogni giorno. E’ ben più interessante uno degli spunti corollario dell’indagine di Divorce Online: i tradimenti avvenuti su Facebook possono essere un’aggravante nella causa di separazione, visto che è possibile rintracciare post su bacheche e elementi pubblici contro il coniuge fedifrago.
Insomma, se solo ieri vi avevamo parlato dell’importanza come “voce ufficiale” di Twitter che ormai sta sostituendo i comunicati stampa per celebrità e personaggi pubblici, Facebook può diventare un’arma legale molto potente. Ed è sempre l’utente stesso che decide, volontariamente, di auto-paparazzarsi (o di auto-esporsi, se preferite) dato che è sua discrezione decidere cosa, quanto pubblicare e con chi condividerlo. A maggior ragione serve una maggiore attenzione su Facebook proprio ora che il profilo è stato cambiato in Timeline/Diario, ecco come funziona e come sfruttarlo al meglio.
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