L’accesso a Internet e la passione italiana per il web non sono adeguatamente supportati dalle infrastrutture, anzi sono letteralmente sbranati dal digital divide e spesso zoppicano anche a causa dello scarso aiuto delle “conoscenze” degli utenti stessi. E’ questo, sostanzialmente, il quadro illustrato dall’ultimo rapporto ISTAT “Cittadini e Nuove tecnologie“. E’ ormai tristemente noto quanto sia arretrato lo sviluppo della diffusione della banda larga nel nostro paese, ma fa un certo effetto vedere quel numero davanti – 22, come 22esimo posto in Europa, nemmeno nel mondo – e i compagni del ranking ossia la Lituania.
L’Italia naufraga nei suoi stessi limiti, la percentuale delle famiglie che possono aver accesso a un computer in casa è ancora troppo bassa visto che in un anno è passata solo dal 57.6 al 58.8 per cento, vuol dire che quasi la metà delle abitazioni non può contare su un PC. Peggio ancora per quanto riguarda le connessioni che salgono dal 52.4 al 54.5 per cento, un aumento risibile. Nel mondo guidano i sudcoreani.
Ma la depressione sale quando si legge la percentuale dei connessi in banda larga: 45.8% con una crescita di solo il 2.4% rispetto al 2010. Se contiamo l’accesso al web anche non veloce e anche con famiglie di una sola persona, si sale al 62%. La media europea? 73%, siamo sulla stessa barca della Lituania, lontani anni luce dalla Scandinavia, ad esempio, che viaggia verso percentuali quasi bulgare (non intese come Bulgaria, ovviamente).
Si denota una certa differenza tra Nord e Sud dell’Italia con un 61% vs 53% per il possesso di un Pc e di 49% vs 37.5% per quanto riguarda la banda larga. A nostro avviso non è un parametro importante quello del confronto con la penetrazione della TV che è al 96%, si tratta di tutt’altro media. Decisamente emblematico, al contrario, il 26.7% che ritiene il web inutile e soprattutto il 41.7% delle famiglie che rivela di non collegarsi perché non in possesso delle competenze tecniche.