Importante decisione della Corte di Giustizia europea nei confronti dei provider di servizi Internet. Le etichette musicali e cinematografiche dovranno rimettere al fresco le bottiglie di spumante visto che arriva una sentenza che va contro le loro mire. In buona sostanza si è detto un secco no ai filtri P2P indiscriminati e soprattutto preventivi (sull’eventualità del download di file protetti). I provider non potranno così apporre filtri per il traffico P2P cercando di arginare una possibile violazione dei diritti d’autore. Non ci sono i requisiti e soprattutto le basi solide a supporto.
Come spiegato dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea (vedi fonte), i provider non potranno apporre i filtri dato che un tal intervento non andrebbe a rispettare il divieto di sorveglianza. Di più: non garantisce nemmeno il giusto equilibrio tra ciò che si deve prevenire e bloccare e ciò che andrebbe contro tutto ciò.
D’altra parte sarebbe una mossa pesante, come una rete a strascico che va a raschiare tutto il fondo marino senza troppi pensieri. Non sarebbero rispettati i dati personali e soprattutto la libertà di ricevere informazioni e di condividerle. Tutto era nato nel 2004 al momento della controversia tra l’Internet Service Provider Scarlet Extended e la belga SABAM.
La sentenza a livello locale e nazionale è stata così ribaltata a livello continentale dato che si è commessa una violazione delle norme e diritti fondamentali. Il 2012 vivrà una nuova stagione di aspri scontri tra le etichette e i consumatori. Intanto in Italia tiene banco il caso trailer della SIAE.
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