Grande soddisfazione per i provider italiani che hanno potuto veder dissequestrati quasi cinquecento siti Internet (493, per la precisione) in quello che potrebbe essere definito come affaire Moncler. Grazie proprio all’azione dei fornitori dei servizi online, sono stati tolti i blocchi da mezzo migliaio di portali di e-commerce italiani, che erano stati messi sotto sequestro per via di un’accusa di vendita di merce contraffatta. Tutto era partito dalla denuncia del colosso francese dell’abbigliamento (sportivo e non solo) Moncler che aveva puntato il dito contro tutti questi portali online colpevoli di aver messo a listino prodotti illegali.
Dopo un primo momento in cui Moncler è riuscita nel proprio intento e ha visto i siti messi a sequestro, con una decisione non così a sorpresa, il Tribunale di Padova – con un provvedimento firmato dal giudice delle indagini preliminari Lara Fortuna – ha annullato la decisione e ha restituito la libertà di visibilità e d’azione agli amministratori.
Dando una scorsa al provvedimento che ha ribaltato la prima decisione, è emerso che l’accusa non trova più le stesse fondamenta per via della mancanza di elementi essenziali per confermare un atto illecito. Questo non vuol dire che i portali siano “salvi” e esenti da qualsiasi altra indagine, tutto al contrario, però ritornano online. E l’e-commerce in Italia è sempre più cliccato.
L’azione di difesa dei provider non va ovviamente letta come fine a se stessa, è ovviamente stata stimolata dal grande numero di portali coinvolti e sul possibile allargamento del blocco a diversi altri siti, in modo esponenziale. Un disastro che avrebbe colpito anche i fornitori dei servizi web, in prima persona.
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