In queste ultime ore è impossibile accedere alle pagine di Wikipedia Italia: la sponda italiana della celeberrima enciclopedia partecipativa si è infatti autosospesa in segno di protesta contro il cosiddetto DDL Intercettazioni. Dalla homepage a qualsiasi altra scheda, Wikipedia rimanda sempre al comunicato 4 ottobre che esplica le motivazioni di questa decisione. Non si tratta di una chiusura né di un’eliminazione di massa dei contenuti ma di una “cristallizzazione” che va – e fa centro – a sensibilizzare le coscienze sulla situazione.
Come spiegato nelle prime righe del comunicato, Wikipedia (che recentemente ha lamentato una fuga di collaboratori) ha deciso di autosospendersi a causa del rischio che vadano a intaccarsi i principi con i quali l’enciclopedia libera si è sostenuta finora. Quali? Neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti.
Pilastri che rischiano di essere compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni e soprattutto dal suo passaggio “…le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta...”. La valutazione della “lesività” è data non da un Giudice quanto dal soggetto che si ritiene danneggiato.
Emblematico l’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo evidenziato in un box “Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità […] Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore“.
Intanto anche Nonciclopedia si è autosospesa per la querelle con Vasco Rossi.
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